13 ago 2003 - 07:39 Aggiornamento 13 ott 2014 - 13:47 0
A colloquio con il direttore Micha Schiwow
Prodotti di alta qualità con ambizioni europee
La piazza locarnese è anche una vetrina luccicante per la produzione elvetica, capace di trasformarsi, alloccasione, in trampolino di lancio. Lobiettivo è quello di penetrare nel mercato internazionale.
La presenza è assai capillare in tutte le cine- sezioni.
Il cinema svizzero cè?, si sente chiedere in giro. Certo che cè, ed è anche ben rappresentato. Come sempre la sua è una presenza discreta, un po appartata, ma i segni che lascia sono rintracciabili ovunque, sia nella fiction che nella documentaristica, da sempre uno dei punti di forza della produzione elvetica. Numerose poi le coproduzioni.
Della presenza elvetica al Festival di Locarno abbiamo parlato con Micha Schiwow, direttore del Centro svizzero del cinema. « Locarno resta levento cinematografico principale del paese ed è nello stesso tempo la vetrina internazionale della cinematografia nazionale. Qualche anno fa abbiamo istituito la sezione Appellations Suisse in collaborazione con la SRG SSR idée suisse, le associazioni professionali e il Centro che dirigo allo scopo di presentare a Locarno una selezione delle opere più rilevanti » .
E qual è stato lesito di questo lavoro di selezione?
Lorganizzazione nazionale di promozione ha selezionato per il programma di questanno dieci produzioni, di cui due lungometraggi, sette documentari e un cortometraggio. Questo campione, assieme agli altri lavori presentati in anteprima nelle altre sezioni della rassegna ( concorso, Piazza Grande, Settimana della critica ecc.), vuol rappresentare quanto di meglio si è fatto negli ultimi tempi.
Forse val la pena di ricordare la filosofia di « Appellations Suisse » , i criteri che ne hanno caratterizzato la creazione.
« Appellations Suisse » presenta pellicole già passate nelle sale o già proiettate nelle rassegne filmiche di rinomanza internazionale dopo lultimo Festival di Locarno ( quindi dallagosto 2002). La selezione di questanno conferisce il posto donore al documentario, in particolare al ritratto, e mette in luce i punti forti della produzione recente. Dei dieci lungometraggi selezionati, la maggior parte non è uscita dalle sale delle rispettive regioni linguistiche. Il beniamino del pubblico, Mani Matter - Pourquoi êtes- vous si tristes?, lavoro di Friedrich Kappeler che rievoca la figura del cantautore bernese scomparso a 36 anni, è stato sottotitolato in francese.
I film « Fremds Land » di Luke Gasser, Dieter Roth di Edith Jud e Viaggio a Misterbianco di Paolo Poloni passano in versione internazionale. Les épaules solides di Ursula Meier e Mission en enfer di Frédéric Gonseth sono presentati in versione cinema.
E qual è il bilancio finora?
Direi molto buono. La sezione ha senza dubbio contribuito ad una miglior diffusione dei film svizzeri con ambizioni internazionali ed esaltato la qualità della cinematografia nazionale.
E veniamo alle altre sezioni. Anche qui il marchio « swiss made » è assai presente, spesso assieme ad altri.
Certo. Nel Concorso abbiamo il railmovie di Jean- François Amiguet Au sud des nuages; il pubblico della piazza ha apprezzato Mein Name ist Bach, una produzione germanosvizzera diretta da Dominique de Riva Knecht, e Mais im Bundeshuus » di Jean- Stéphan Bron. La produttrice zurighese Ruth Waldburger ( Vega Film), che ha prodotto film di grandi registi come Jean- Luc Godard, Theo Angelopoulus, Alain Resnais, Gianni Amelio, è stata insignita del premio Raimondo Rezzonico.
Cè poi una miriade di produzioni diciamo « minori » , disseminate un po ovunque.
Nel Concorso Video, incentrato sulle opere sperimentali ed innovative, è stato selezionato iXième di Pierre- Yves Borgeaud e Stéphane Blok, come pure il cortometraggio Genève- Marseille di Frédéric Choffat. La sezione Cineasti del Presente permette di scoprire il documentario Skinhead Attitude di Daniel Schweizer. La sezione Cineasti del Presente Video accoglie Aline di Kamal Musale, Nando, andata e ritorno di Patrick Boillat- Elena Gugliuzza e Tristano e Tabucchi di Veronica Noseda e Marcello Togni. Ci sono poi Angels Camp di Emmanuelle Antille ( In Progress) e Little Girl Blue di Anna Luif ( Pardi di domani) come pure cinque corti video e la collezione di cortometraggi di Fernard Melgar: “ Le premier jour, la collection”. La settimana della critica, per tradizione riservata ai documentari, prsenta il nuovo film di Peter Liechti “ Hans im Glück”. L’opera di Richard Dindo “ Ni olvido ni perdon”, consacrata al massacro del 1968 a Città del Messico, è stata ripresa nel quadro della programmazione speciale sui diritti dell’uomo.