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TicinoLa vita è una foto

12.08.02 - 08:26
La vita è una foto
One hour photo si apre in un distretto di polizia con Sy Parrish (Robin Williams) sottoposto alla “colpevolizzante” prassi delle foto di identificazione. Il detective Van der Zee conduce l'interrogatorio. Per quale reato è indagato Sy? Omicidio? Stupro? Nulla di tutto questo. Ma soltanto alla fine del film si scoprirà che il regista ha bluffato con lo spettatore, conducendolo su una falsa pista e condizionandone l'interpretazione degli avvenimenti, delle vere motivazioni per cui Sy è finito in galera.

Nella seconda sequenza vediamo Sy al lavoro: sviluppare fotografie per conto di un grande centro commerciale di una regione suburbana. Un lavoro che svolge da undici anni, con una meticolosità, una precisione e una passione fuori dal comune. Un lavoro che gli permette anche di ricostruire nella propria immaginazione, attraverso le istantanee che sviluppa, la vita privata e sentimentale dei clienti abituali, con i quali peraltro non riesce mai a spingersi oltre i convenevoli. Tranne che con Nina Yorkins, che lo saluta sempre con un sorriso, scambiando brevi conversazioni. E ben presto scopriamo che Sy conosce molte cose di Nina, del suo matrimonio con Will, del figlio Jakob che ha visto crescere. Perché per undici anni Sy ha conservato una copia di ogni fotografia fatta sviluppare dagli Yorkins: ogni vacanza, ogni festa di compleanno, ogni anniversario immortalato dalla famiglia. Follia? Psicosi? Morbosità?

La voce fuori campo dello stesso Sy, suadente e rassicurante, recita che in ogni album di fotografie «sono registrati soltanto i momenti felici delle nostre vite mentre nessuno scatta fotografie delle cose che vorrebbe dimenticare». Per questo motivo Sy colleziona segretamente gli scatti dei momenti felici e indimenticabili degli Yorkins. Una famiglia ideale - ricca, dinamica, proprietaria di una bella casa - eletta a modello di perfezione e della quale Sy, nei suoi sogni, vorrebbe fare parte. Forse per rimediare alla sua solitudine, alla sua mancanza di affetto e di amore, per riscattare un passato di cui peraltro non conosciamo nulla. In fondo cosa rappresentano gli Yorkins se non il sogno di perfezione piccolo borghese di ogni americano medio.

Purtroppo l'idillio non è destinato a durare, interrompendosi bruscamente con la scoperta da parte di Sy della tresca amorosa del baldo capofamiglia Will con un'altra donna. Per Sy, prodigatosi fino a quel momento a conservare perfetti spaccati di quotidianità è giunto il momento di epurare le imperfezioni, compiendo una vendetta tutta personale (che naturalmente non riveleremo).

Girato con estrema eleganza formale dal debuttante Mark Romanek, One hour photo è un film forse troppo hollywoodiano nel suo impianto ma capace di indagare con intelligenza, evitando luoghi comuni e convenzioni, la complessità della follia.

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