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BERNA - L'idea di un'armonizzazione delle borse di studio a livello nazionale piace alla Commissione della scienza, dell'educazione e della cultura del Consiglio degli Stati (CSEC-S). Stando a una nota odierna dei servizi parlamentari, la CSES-S è entrata in materia senza opposizioni sulla revisione totale della legge sui sussidi all'istruzione, controprogetto indiretto all'iniziativa popolare sulle borse di studio lanciata dagli universitari svizzeri.
La revisione legislativa è stata approvata la scorsa primavera dal Nazionale per 129 voti a 46 (soprattutto UDC). Per la maggioranza del plenum, l'attuale sistema delle borse di studio concesse dai cantoni agli studenti che frequentano le università o altre scuole superiori deve essere maggiormente armonizzato a livello federale, sia per quanto riguarda i criteri sia per l'ammontare degli aiuti attribuiti agli studenti. La Camera ha poi raccomandato a popolo e cantoni di bocciare l'iniziativa.
Nel corso delle sue deliberazioni, la CSEC-S ha deciso di sostenere la decisione del Nazionale di integrare nella legge la formazione professionale superiore.
La proposta di prevedere la possibilità di contributi federali diretti come chiesto dal campo rosso-verde è stata respinta dalla CSEC-S con 7 voti contro 4, come già a suo tempo il Nazionale.
Con 6 voti a 5, la CSEC-S vuole fare in modo che, come il Nazionale, i contributi della Confederazione vengano versati solo a quei Cantoni che rispettano i requisiti formali e materiali sanciti nel Concordato intercantonale sulle borse di studio.
Una minoranza, in sintonia col Consiglio federale, vuole imporre ai Cantoni quale condizione per l'ottenimento di sussidi unicamente il rispetto delle disposizioni del Concordato relative all'accesso alle borse di studio.
La CSEC-S intende concludere le discussioni particolareggiate il 20 maggio. Solo allora esprimerà una raccomandazione di voto per l'iniziativa popolare.
Ats
