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SVIZZERAApprovata la legge di applicazione del Protocollo di Nagoya

03.03.14 - 19:59
Firmato dalla Svizzera nel 2011, il Protocollo ha lo scopo di preservare le risorse genetiche come garanzia per la biodiversità
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Approvata la legge di applicazione del Protocollo di Nagoya
Firmato dalla Svizzera nel 2011, il Protocollo ha lo scopo di preservare le risorse genetiche come garanzia per la biodiversità

BERNA - Il Consiglio nazionale ha approvato oggi, con 130 voti contro 49 e 3 astensioni, la revisione della Legge sulla protezione della natura e del paesaggio (LPN) che accompagna la ratifica del Protocollo di Nagoya con cui si regola l'accesso alle risorse genetiche. Il dossier torna ora agli Stati per una divergenza riguardante le risorse genetiche escluse dal dovere di diligenza.

Il Protocollo di Nagoya, firmato dalla Svizzera nel 2011, ha lo scopo di preservare le risorse genetiche come garanzia per la biodiversità, ma anche di permettere lo sviluppo di numerosi prodotti come medicinali, cosmetici e varietà di piante coltivate. Facilita l'accesso alle risorse genetiche di vegetali, animali e altri organismi per istituti di ricerca, industria e altri utilizzatori di paesi terzi, ha spiegato Laurent Favre (PLR/NE) a nome della commissione preparatoria.

Il testo garantisce pure agli Stati da cui provengono le risorse genetiche un accesso ai benefici risultanti dalla loro utilizzazione in altri paesi. Permette così di combattere la biopirateria e incoraggia i paesi a preservare la loro biodiversità, ha spiegato Silva Semadeni (PS/GR).

Il Protocollo interessa in modo particolare la Svizzera, dove numerosi settori dell'economia utilizzano risorse genetiche: quasi la metà dei medicinali sul mercato ha infatti un legame diretto con tali risorse, ha spiegato la consigliera federale Doris Leuthard.

Per una minoranza di destra, il testo non apporta però alcun vantaggio alla Svizzera, la cui legislazione è già conforme al Protocollo. Esso "genererà solo costi supplementari e comporterà nuova inutile burocrazia", ha spiegato Felix Müri (UDC/LU). La proposta di non entrata in materia è tuttavia stata bocciata con 131 voti contro 52.

Come agli Stati, la battaglia principale ha riguardato il dovere di diligenza degli utilizzatori, che devono garantire che l'accesso alle risorse genetiche sia avvenuto in modo lecito. Alle numerose eccezioni al dovere di diligenza introdotte dalla Camera dei Cantoni, il Nazionale ne ha aggiunte altre.

Le risorse genetiche di vegetali commercializzati per creare e sviluppare nuove varietà sono così ad esempio escluse dall'obbligo di diligenza. Il direttore dell'Unione svizzera dei contadini, Jacques Bourgeois (PLR/FR), ha sottolineato l'importanza di concedere una certa libertà al selezionatore di nuove varietà.

Contrariamente al Consiglio degli Stati, il Nazionale ha incluso nelle eccezioni anche gli "agenti patogeni od organismi nocivi che costituiscono esclusivamente una minaccia per la biodiversità e per l'uomo". Lo scopo è evitare che un paese, bloccando l'accesso a un virus pericoloso, possa frenare la ricerca di un vaccino.

Tutte le eccezioni sono state combattute dalla sinistra e da Doris Leuthard. "Bisogna prendere in considerazione il principio del Protocollo di Nagoya e non cercare una soluzione su misura per la Svizzera", ha spiegato la consigliera federale. La ministra dell'ambiente ha anche ricordato, invano, che alcune eccezioni adottate oggi sono contrarie al Protocollo e che potrebbero pertanto generare una insicurezza giuridica.

Ats

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