Cerca e trova immobili

SVIZZERAGas naturale, i Verdi non ne vogliono sentire parlare

19.08.13 - 11:35
Il partito è nettamente contrario all'uso di tecniche di ricerca convenzionali e del "fracking"
None
Gas naturale, i Verdi non ne vogliono sentire parlare
Il partito è nettamente contrario all'uso di tecniche di ricerca convenzionali e del "fracking"

BERNA - I Verdi sono contrari all'eventuale sfruttamento di gas naturale (metano) presente nel sottosuolo elvetico, sia utilizzando tecniche convenzionali che non convenzionali, come la fratturazione delle rocce con getti d'acqua ad alta pressione (metodo "fracking"). Lo ha dichiarato stamane a Berna la co-presidente dei Verdi Adèle Thorens, precisando che gli ecologisti chiederanno al Consiglio federale di vietare le perforazioni oppure di decretare una moratoria. Tale divieto non concerne tuttavia la geotermia.

 

L'intervento dei Verdi si spiega con gli appetiti che anche la piccola Svizzera sta suscitando in diverse società internazionali a caccia di nuove fonti energetiche.

 

In particolare, ha detto la Thorens, la scarsità di fonti classiche come il petrolio e gli sviluppi tecnici degli ultimi anni hanno reso redditizio lo sfruttamento del gas di scisto, ossia gas metano presente nel sottosuolo intrappolato nelle porosità rocciose ed estraibile con la tecnica del "fracking".

 

Quest'ultima contempla l'uso di milioni di litri d'acqua pompati nel sottosuolo - da 1 a 3 km di profondità - cui sono aggiunti additivi chimici a tonnellate che hanno possibili effetti tossici e possono inquinare le falde freatiche, ha detto Thorens.

 

Non è un caso che gli abitanti della Val deTravers (NE), come anche gli esecutivi delle città di Neuchâtel e La Chaux de Fonds, siano preoccupati per le attività di perforazione esplorative condotte al momento dalla società britannica Celtic Energy. "Benché la società affermi di cercare giacimenti di gas libero, documenti interni destinati agli azionisti lasciano intravvedere anche la possibilità di sfruttare giacimenti non convenzionali", ha detto l'ecologista neocastellano Fabien Fivaz. Insomma, le intenzioni di questa società non sono chiare, ha sottolineato Fivaz. Celtic Energy ha già smentito queste accuse.

 

Per gli ecologisti di Neuchâtel, i timori della popolazione della Val de Travers che teme di veder spuntare come funghi trivelle un po' dappertutto e le incertezze sui metodi prospezione dovrebbero spingere le autorità cantonali - responsabili per le autorizzazioni volte allo sfruttamento del sottosuolo - a vietare ogni attività di questo genere.

 

Adèle Thorens ha ricordato che progetti analoghi sono stati bloccati anche nei cantoni di Friburgo e Vaud. Analoghe decisioni sono state prese anche all'estero, come in Francia, e in alcune città americane, benché negli Usa tali metodi siano già ampiamente utilizzati.

 

Dal momento che il metodo del "fracking" richiede perforazioni chilometriche che superano le frontiere cantonali e nazionali, è necessario che il Consiglio federale si assuma maggiori responsabilità, secondo i Verdi.

 

Nella sua presentazione, la co-presidente degli ecologisti ha anche messo in rilievo l'impatto negativo sul clima da parte delle possibili fughe di gas metano nell'aria, come anche i rischi di scosse sismiche. Per tutti questi motivi, per i Verdi ogni attività di ricerca di gas, con metodi convenzionali o meno, andrebbe bandita dalla Confederazione a vantaggio invece dello sviluppo di energie rinnovabili.

 

Tra queste figura anche la geotermia, dove viene fatto uso del "fracking". "Tuttavia - ha precisato la consigliera nazionale - la differenza risiede nel fatto che nella geotermia non vengono usati additivi chimici". Quanto al rischio sismico, ormai provato, la Thorens ha sottolineato che la geotermia è una fonte energetica rinnovabile e assai promettente, ma che per evitare problemi (come il recente sisma a San Gallo), sono necessarie misure di monitoraggio rigorose.

 

Ats Ans

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE