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SVIZZERAUn ritorno alla normalità che non fa l'unanimità

30.03.22 - 16:29
Soddisfatti (ma prudenti) PLR e Centro. Perplesso il PS. Deluso dalla decisione troppo tardiva l'UDC.
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Fonte ats
Un ritorno alla normalità che non fa l'unanimità
Soddisfatti (ma prudenti) PLR e Centro. Perplesso il PS. Deluso dalla decisione troppo tardiva l'UDC.
Travail.Suisse auspica pragmatismo da parte dei datori di lavoro, secondo cui «la normalità arriva al momento giusto per l'economia».

BERNA - La decisione odierna del Consiglio federale di mandare in soffitta anche le misure anti Covid superstiti, ovvero l'isolamento dei positivi e l'obbligo di mascherina sui mezzi pubblici e nelle strutture sanitarie, è stata accolta con umori diversi dai principali partiti svizzeri. Soddisfatti ma prudenti riguardo al futuro PLR e Centro, più perplesso il PS, mentre per l'UDC si è tergiversato fin troppo.

Il PLR ha accolto come detto col sorriso gli ultimi allentamenti annunciati dal governo. Tuttavia, scrivono i liberali-radicali su Twitter, ora è importante che ci si prepari adeguatamente - in primis l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) e i Cantoni - a una prossima eventuale epidemia.

Si è affidato allo stesso social media per commentare la decisione dell'esecutivo anche il Centro, il quale sottolinea come la situazione negli ospedali dimostri che il Covid è al momento sotto controllo. Il partito si schiera dunque in favore dell'addio a tutte le misure, ma evidenzia che è necessario essere pronti a reagire in caso di sviluppi negativi. Insomma, il prossimo autunno bisognerà evitare di venire colti di sorpresa come accaduto dopo la tranquilla estate 2021.

La revoca di ogni provvedimento anti coronavirus viene apprezzata pure dall'UDC, che però non ha gradito le tempistiche a suo dire troppo lente. Questa decisione giunge «ampiamente in ritardo», ha infatti dichiarato all'agenzia Keystone-ATS la responsabile della comunicazione Andrea Sommer, facendo notare che il suo partito spingeva da parecchio in questo senso.

Per il PS invece l'abolizione dell'obbligo di indossare la mascherina nei trasporti pubblici e quello di isolarsi per i positivi è prematuro. «Avevamo chiesto un abbandono più cauto delle misure per proteggere le persone vulnerabili», ha spiegato il portavoce del partito Nicolas Haesler a Keystone-ATS. Secondo i socialisti, è bello vedere un ritorno alla normalità, ma serve prudenza perché la pandemia non è ancora finita.

Per l'organizzazione sindacale Travail.Suisse, le considerazioni del Consiglio federale sono comprensibili. «Tuttavia, avremmo potuto immaginare che l'obbligo di indossare una mascherina e l'obbligo di porsi in isolamento (in caso di malattia) sarebbero stati estesi», ha spiegato il presidente di Travail.Suisse Adrian Wüthrich, interrogato da Keystone-ATS.

L'abolizione dell'obbligo di isolamento di cinque giorni in caso di infezione ha conseguenze particolari per i lavoratori. Ora, infatti, i dipendenti hanno di nuovo bisogno di un certificato medico dal terzo giorno di malattia. «Chiediamo ai datori di lavoro di mostrare un certo pragmatismo e di non pretendere un certificato dopo il terzo giorno in caso di infezione da coronavirus», ha detto Wüthrich.

In futuro, sarà ancora più importante che i dipendenti non vadano al lavoro quando sono malati e che i datori di lavoro non facciano pressioni in questo senso. Travail.Suisse trova meno comprensibile l'abolizione dell'obbligo di indossare una maschera negli ospedali.

L'Unione svizzera degli imprenditori accoglie con favore la revoca di tutte le misure anti-Covid-19. La decisione del Consiglio federale di tornare alla normalità arriva al momento giusto per l'economia. L'organizzazione padronale sottolinea che la richiesta di certificati medici per malati di Covid-19 dovrebbe essere gestita in modo pragmatico.

La salute pubblica non dovrebbe essere più in pericolo nei prossimi mesi, affermano gli imprenditori in un comunicato. Tuttavia, a loro avviso sarebbe prematuro dichiarare ora la fine della crisi pandemica. Pertanto, un'azione prudente in tutti i settori della vita, non solo sul posto di lavoro, rimane un imperativo anche dopo la revoca delle restrizioni.


 
 

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