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SVIZZERALegge Covid, per l'UDC è «no»

21.08.21 - 14:26
I delegati riuniti in assemblea ne raccomandano, senza sorprese, la bocciatura
keystone-sda.ch (JEAN-CHRISTOPHE BOTT)
Fonte ATS
Legge Covid, per l'UDC è «no»
I delegati riuniti in assemblea ne raccomandano, senza sorprese, la bocciatura

GRANGES-PACCOT - L'UDC raccomanda la bocciatura della revisione della Legge Covid-19 in votazione il prossimo il 28 novembre. Lo ha deciso oggi l'assemblea dei delegati riunita a Granges-Paccot (FR) con 181 voti contro 23.

La decisione non è una sorpresa: già ieri sera il comitato direttivo aveva raccomandato di bocciare la legge che autorizza in particolare il certificato Covid, ma rafforza anche il sostegno ai casi di rigore e introduce misure per i lavoratori indipendenti, disoccupati, le società sportive professionistiche, il settore culturale e quello degli eventi. Contro la revisione legislativa, adottata dal Parlamento il 19 marzo ed entrata subito in vigore poiché dichiarata urgente, tre comitati referendari avevano raccolto complessivamente 187'239 firme.

La Legge Covid-19 è stata criticata sin dall'inizio dal gruppo parlamentare democentrista, in particolare a causa dell'associazione di temi diversi. La "frazione" UDC alle Camere federali ha tentato invano di separare i due oggetti. Oggi questo aspetto è stato sollevato, ma il punto maggiormente controverso è il certificato sanitario.

«Il passaporto covid crea una società a due velocità», ha sostenuto il consigliere nazionale vallesano Jean-Luc Addor. Il presidente dei giovani UDC David Trachsel ha da parte sua sottolineato l'importanza di difendere la libertà individuale.

In precedenza, nel suo discorso di benvenuto, il presidente UDC Marco Chiesa ha nuovamente criticato la politica portata avanti dallo schieramento rosso-verde. «Essere a sinistra significa vivere a detrimento degli altri», ha detto il ticinese aggiungendo che la «politica di sinistra consiste nel gettare dalla finestra i soldi guadagnati da altri».

Chiesa ha puntato in particolare il dito contro la cosiddetta "iniziativa 99%" della Gioventù socialista (GISO), che vuole tassare al 150% (e non più al 100%) una parte del reddito da capitale. La proposta di modifica costituzionale è particolarmente dannosa per le imprese e le start-up. Le imprese dovranno versare somme enormi allo stato, soldi che queste necessitano per sopravvivere e investire. Conseguenza: la Svizzera diventerà meno attrattiva per gli investitori e gli impieghi saranno minacciati.

Il consigliere nazionale friburghese Pierre-André Page ha parlato di «uragano fiscale» che colpirà tutti coloro che possiedono una casa, un appartamento, un'impresa o una azienda agricola. Le conseguenze saranno una diminuzione dei salari e un aumento della disoccupazione, ha aggiunto. L'iniziativa popolare è quindi stata bocciata all'unanimità dall'assemblea.

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COMMENTI
 

seo56 2 anni fa su tio
Delusione UDC!!

Aargauer 2 anni fa su tio
Marco, invece di economia magari dovevi studiare medicina!
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