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SVIZZERAPer accedere a documenti ufficiali si continuerà a pagare

10.06.21 - 14:34
Il Consiglio degli Stati si è opposto al progetto di gratuità universale per 21 voti a 16.
Keystone (archivio)
Fonte Ats
Per accedere a documenti ufficiali si continuerà a pagare
Il Consiglio degli Stati si è opposto al progetto di gratuità universale per 21 voti a 16.
Secondo la maggioranza la pratica in vigore permetterebbe di evitare richieste immotivate.

BERNA - L'accesso a documenti ufficiali non deve essere gratuito per principio. Il Consiglio degli Stati oggi ha detto no (21 voti a 16 e tre astenuti) all'entrata in materia su un progetto in questo senso del Nazionale, dove ora fa ritorno il dossier.

Il progetto fa seguito a un'iniziativa parlamentare depositata dalla deputata Edith Graf-Litscher (PS/TG), con la quale si chiedeva una modifica delle base legali così da permettere di consultare documenti ufficiali senza dover pagare. Eccezioni sarebbero previste nel caso in cui le spese amministrative fossero sproporzionate rispetto all'interesse pubblico. Attualmente, la legge sulla trasparenza dà a ognuno la possibilità di richiedere documenti di questo genere. Tale accesso è però soggetto a pagamento.

Nel 97% dei casi, ha affermato a nome della maggioranza della commissione preparatoria Heidi Z'graggen (Centro/UR), le domande di consultazione sono gratis. A suo avviso, un problema sul tema pertanto nemmeno si pone. La pratica in vigore permette di evitare richieste senza fondamento. Una gratuità per principio invece potrebbe sbloccare una valanga di domande, con un conseguente grosso lavoro amministrativo, hanno fatto notare gli scettici.

Gli emolumenti non sono legati alle mansioni burocratiche, bensì variano in funzione del dipartimento al quale ci si rivolge, ha controbattuto Lisa Mazzone (Verdi/GE). Stando alla "senatrice" ecologista, vi sono quindi differenze arbitrarie, senza scordare che, ad esempio per piccoli media, queste tasse possono dissuadere dall'intraprendere un'inchiesta giornalistica. Dalla sua parte si è schierata anche la consigliera federale Karin Keller-Sutter, ma la Camera dei Cantoni non si è fatta persuadere, rifiutandosi di entrare in materia.

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