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SVIZZERAAccordo quadro, Berna pensa a un piano B

28.02.21 - 15:23
La Commissione europea non sembrerebbe disposta a fare concessioni alla Confederazione.
Keystone (archivio)
Fonte ats
Accordo quadro, Berna pensa a un piano B
La Commissione europea non sembrerebbe disposta a fare concessioni alla Confederazione.
Berna e Bruxelles hanno posizioni diametralmente opposte su diversi temi. L'Ue non dà garanzie soprattutto riguardo alla protezione dei salari elvetici e l'applicazione della cittadinanza europea.

BERNA - La Commissione europea non è disposta a fare concessioni su nulla in merito all'accordo quadro e i consiglieri federali competenti per il dossier Ue starebbero ora pensando a un piano B: lo scrive la SonntagsZeitung.

Concretamente secondo non meglio precisate fonti citate dal domenicale verrebbe attualmente discussa l'idea lanciata in novembre dall'ex segretario di stato Michael Ambühl, che proponeva un'intesa transitoria: la Svizzera si asterrebbe momentaneamente dall'esigere nuovi accordi di accesso ai mercati e al contempo entrambi i partner converrebbero di continuare ad aggiornare i patti esistenti. In tal modo si potrebbero evitare sviluppi negativi e si guadagnerebbe tempo per negoziare un nuovo accordo quadro. Si tratterebbe insomma di una manovra di sganciamento per uscire dall'attuale intesa senza subire danni.

Secondo la SonntagsZeitung, Berna e Bruxelles hanno apparentemente posizioni così distanti che l'esecutivo federale starebbe seriamente pensando anche di dare decorosa sepoltura all'accordo quadro esistente. Questo perché l'Ue non vuole dare garanzie riguardo alla protezione dei salari elvetici o all'applicazione della cittadinanza europea, che si teme possa portare a un boom nei versamenti dell'assistenza a stranieri.

Senza garanzie però quanto concordato non troverebbe il sostegno né dei cantoni, né dei sindacati, né dei datori di lavoro. E anche dai partiti maggiormente europeisti giungono ormai pressioni: dalle colonne del SonntagsBlick la presidente del PLR Petra Gössi fa sapere che il suo partito sosterrà unicamente un buon accordo. «L'effetto sulla piazza economica elvetica e sulle relazioni con l'UE sarebbero probabilmente meno grave se fosse il Consiglio federale a dire no, invece che il popolo», argomenta la consigliera nazionale svittese. Pure il co-presidente socialista Cédric Wermuth afferma che si impegnerà per il patto con Bruxelles solo se questo sarà positivo: nel caso contrario lo respingerà.

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COMMENTI
 

Giorgio Levy 3 anni fa su tio
niente accordi

RobediK71 3 anni fa su tio
Pagüra

ciapp 3 anni fa su tio
eheh nel vacino che si sono iniettati c'era anche qualche sostanza proibita ???? staremo a vedere cosa succede

Tato50 3 anni fa su tio
Poi arrivi il C dove a prenderlo siamo abituati ;-((((

Volpino. 3 anni fa su tio
Anche nella Brexit tra UE e Gran Bretagna sono state fatte parecchie concessioni, non vedo perché un accordo non può essere ratificato in modo che vi sia un intesa reciproca.

Wunder-Baum 3 anni fa su tio
Si rivede il tutto sulla base della situazione. No discussion...forza non lasciamoci intimorire. Bisogna rivalutare il tutto con senso e attenzione.

dan007 3 anni fa su tio
Bisogna equilibrare gli stipendi nei paesi confinanti e basta equilibrare anche i costi la Svizzera non può essere l’eldorado a porte aperte per i paesi confinanti quindi bisogna rompere questa differenza salariale e equilibrare il tutto

pontsort 3 anni fa su tio
Alla ventesima fetta hanno capito che é polenta.... Eppure l'UE é da diversi anni che ripete che non rinegozia...

joe69 3 anni fa su tio
Ci penserà Cassis... lasciamo fare a lui... 🙈🤣🤣🤣

streciadalbüter 3 anni fa su tio
Se l`unione europea non ci fa concessioni,l`unica maniera per ottenere qualcosa è mostrare i denti ai burocrati europei,mettere una tassa sulla galleria del Gottardo(per i non residenti )e mandare a casa i settantamila frontalieri che intasano le nostre strade per il vantaggio di pochi.Tanto per cominciare.

Equalizer 3 anni fa su tio
Finalmente quasi tutti hanno aperto gli occhi, e sembrano prendere la decisione giusta, ossia rifiutare l'accordo così com'è oggi.
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