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SVIZZERAAccordo quadro, la posizione del Consiglio federale è stata stabilita

11.11.20 - 15:10
I contatti con Bruxelles verranno stabiliti prossimamente.
Keystone
Il portavoce del Governo André Simonazzi
Il portavoce del Governo André Simonazzi
Fonte ats
Accordo quadro, la posizione del Consiglio federale è stata stabilita
I contatti con Bruxelles verranno stabiliti prossimamente.
Sul contenuto di quanto deciso vige però massimo riserbo «per non restringere il margine di manovra».

BERNA - Il Consiglio federale ha fissato oggi la propria posizione in merito all'accordo istituzionale con l'Unione europea e prenderà contatto prossimamente con Bruxelles per discuterla.

Lo ha dichiarato oggi il portavoce del governo, André Simonazzi, nel consueto incontro con i media dopo la seduta governativa, non rivelando nulla sul contenuto di quanto stabilito, «per non restringere il margine di manovra del Governo».

Stando al vice Cancelliere della Confederazione, un eventuale spostamento della presidente della Confederazione, Simonetta Sommaruga, dipenderà anche dall'esito di questi contatti.

Quanto ai tempi, Simonazzi ha sostenuto che i contatti verranno stabiliti «prossimamente», senza precisare una data, anche perché molto dipenderà dalla raggiungibilità dei partner europei della Confederazione.

Nel giugno 2019, il Consiglio federale aveva scritto una lettera all'allora presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, precisando che non intendeva firmare l'Accordo istituzionale finché non avesse ottenuto chiarimenti su alcuni aspetti delicati e controversi a livello politica interna, ossia la protezione dei lavoratori, gli aiuti di Stato e la direttiva sulla cittadinanza europea.

La Confederazione vuole "sicurezza giuridica" in merito ad alcune disposizioni relative alla protezione dei salari in vigore in Svizzera. La Confederazione vuole anche essere sicura che le disposizioni sugli aiuti di Stato non vengano applicate in modo orizzontale all'Accordo di libero scambio del 1972. Il diritto europeo vieta questi aiuti perché possono distorcere la concorrenza e influire sugli scambi. Tutto ciò dovrebbe essere oggetto di nuovi negoziati o chiarimenti, così come chiede anche il Parlamento.

Nella lettera l'esecutivo affermava inoltre esplicitamente che nessuna disposizione dell'accordo istituzionale potrà essere interpretata come un obbligo per la Svizzera di adottare la direttiva sul diritto dei cittadini Ue e i suoi sviluppi. Una eventuale ripresa di tale direttiva potrà avvenire solo dopo un negoziato tra le parti, aveva precisato ancora l'esecutivo.

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