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SVIZZERA«Prima combattiamo il covid, poi la legge sul CO2 e l'accordo quadro»

24.10.20 - 11:35
Marco Chiesa ha aperto questa mattina con un discorso l'assemblea dei delegati dell'UDC.
Keystone
Fonte ats
«Prima combattiamo il covid, poi la legge sul CO2 e l'accordo quadro»
Marco Chiesa ha aperto questa mattina con un discorso l'assemblea dei delegati dell'UDC.
«Bisogna imparare a convivere con la malattia», ha detto. Ma non a convivere con tasse e divieti supplementari

BERNA - Il neopresidente dell'UDC Marco Chiesa invita il suo partito ad agire con decisione. Prima di tutto si deve combattere il coronavirus, poi abolire la legge sul CO2 e combattere con tutte le forze l'accordo quadro con l'UE.

In relazione al coronavirus, l'UDC si è sempre battuta per la protezione dei gruppi a rischio, ha dichiarato il consigliere agli Stati ticinese in apertura dell'assemblea dei delegati che si tiene oggi online.

La protezione dei gruppi a rischio deve avvenire all'interno del sistema federale. Stando alla versione scritta del suo discorso, Chiesa ritiene che i Cantoni non debbano delegare tutto alla Confederazione. I cittadini devono agire secondo la propria responsabilità. La medicina non deve essere più dannosa della malattia. E bisogna imparare a convivere con la malattia.

Ciò con cui l'UDC non vuole convivere, sono le tasse, i prelievi e i divieti supplementari, come quelli previsti dalla «legge rosso-verde sul CO2». Negli ultimi dieci anni la Svizzera ha ridotto le emissioni pro capite di CO2 del 20%, su base volontaria e grazie agli investimenti.

L'UDC - ha proseguito il ticinese - è stata impegnata in dieci mesi di dura battaglia elettorale per la sua iniziativa per la limitazione dell'immigrazione. Pur avendo perso la votazione, il 38% di voti a favore mostra la preoccupazione per l'immigrazione, secondo Chiesa.

L'UDC farà inoltre tutto il possibile per opporsi all'accordo quadro con l'UE. Per il presidente democentrista, una cosa è certa: «Senza l'iniziativa per la limitazione dell'immigrazione, il Consiglio federale avrebbe già da tempo firmato questo trattato di assoggettamento».

L'accordo istituzionale non sarebbe «nient'altro che un'adesione strisciante all'UE». Il Consiglio federale deve dire all'UE «in modo amichevole ma fermo che non rinunceremo alla nostra sovranità», afferma Marco Chiesa.

Aggiornamento delle 12.25: approvata la risoluzione contro l'accordo quadro - Nel corso dell'assemblea virtuale i delegati dell'UDC hanno approvato con 148 sì e 7 no una risoluzione contro il testo dell'accordo quadro istituzionale negoziato con Bruxelles.

Il «trattato di sottomissione» deve essere combattuto con tutte le forze, ha affermato il presidente Marco Chiesa. L'accordo rappresenta il tema più importante per la Svizzera, più ancora del coronavirus, gli ha fatto eco il consigliere nazionale zurighese Roger Köppel: a suo avviso l'intesa è un attacco frontale alla sovranità elvetica, alla democrazia e a tutto ciò che ha costituito il successo della Svizzera.

È desiderio dichiarato dell'UE porre fine al percorso bilaterale attraverso il trattato, ha argomentato il giornalista ed editore. L'Ue non vuole più avere relazioni paritarie con la Confederazione, desidera al contrario fare della Svizzera un «territorio soggetto dell'Ue».

Il Consiglio federale non avrebbe mai dovuto negoziare questo accordo, si è detto convinto Köppel. A suo avviso l'UDC deve fare tutto ciò che è in suo potere per evitare l'intesa: si tratta della madre di tutte le battaglie, ha concluso.
 
 

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