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SVIZZERAMozioni sul coronavirus «obsolete»

09.09.20 - 09:39
Anche il Consiglio degli Stati ha bocciato diversi atti parlamentari perché non più attuali.
Keystone
Fonte ats
Mozioni sul coronavirus «obsolete»
Anche il Consiglio degli Stati ha bocciato diversi atti parlamentari perché non più attuali.

BERNA - Dopo ieri il Nazionale, oggi anche il Consiglio degli Stati ha tenuto una sessione straordinaria sul coronavirus. Le cinque mozioni all'ordine del giorno sono state tutte ritirate o bocciate, essenzialmente perché superate dagli eventi e quindi obsolete.

Ieri la camera del popolo aveva accettato una mozione UDC che chiede che i lavoratori indipendenti abbiano diritto all'indennità di perdita di guadagno o all'indennità per lavoro ridotto fino alla revoca dei provvedimenti presi per lottare contro il coronavirus.

Oggi una mozione dal tenore identico è stata bocciata dai "senatori". Per la maggioranza l'atto parlamentare depositato Werner Salzmann (UDC/BE) è superfluo perché la richiesta è già stata incorporata nella legge sul Covid-19, in discussione proprio oggi al Nazionale e domani agli Stati.

Un'altra mozione - poi ritirata -, di Marina Carobbio Guscetti (PS/TI), chiedeva di prolungare la durata di percezione dell'indennità per lavoro ridotto, cosa che il governo ha già fatto. Una seconda mozione della ticinese - bocciata - chiedeva misure analoghe per le persone in formazione, per coloro che si trovano in una posizione analoga a quella di un datore di lavoro oppure che lavorano nell'azienda del coniuge. Il ministro dell'economia Guy Parmelin ha ricordato che la Confederazione e i Cantoni sono alla ricerca di una soluzione per i casi di rigore.

Da parte sua Maya Graf (Verdi/BL) ha ritirato la sua mozione che chiedeva di prolungare fino a metà settembre il versamento dell'indennità per perdita di guadagno ai lavoratori indipendenti. Il governo aveva già agito in tal senso a inizio luglio. Anche la seconda mozione Salzmann, che chiedeva di dichiarare la fine della situazione straordinaria, è stata bocciata: Il Consiglio federale l'aveva abrogata il 19 giugno.

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