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BERNAMedia, ok all'intervento pubblico ma non per l'online

18.06.20 - 18:24
Gli Stati sono stati più generosi del governo aumentando il sostegno a 150 milioni
Keystone
Fonte ats
Media, ok all'intervento pubblico ma non per l'online
Gli Stati sono stati più generosi del governo aumentando il sostegno a 150 milioni

BERNA - Finale con sorpresa oggi al Consiglio degli Stati durante l'esame del pacchetto di aiuti finanziari elaborato dal Consiglio federale destinato ai media, la cui situazione già precaria si è aggravata a causa del coronavirus. Dopo aver approvato i crediti destinati alla stampa scritta ed elettronica (150 milioni), una maggioranza risicata di "senatori" ha detto di "no" all'idea di aiutare anche i media online.

Il progetto governativo prevedeva un finanziamento di 30 milioni l'anno per una durata di dieci anni destinati a progetti innovativi in questo settore. Dopo aver accettato il principio di un aiuto, è mancata la maggioranza qualificata necessaria per sciogliere il freno alle spese.

Il freno alle spese è un meccanismo ancorato nella Costituzione federale e serve a limitare la crescita delle uscite della Confederazione. Per importi che superano determinati limiti (20 milioni per spese uniche e 2 milioni per spese ricorrenti) è necessaria la maggioranza qualificata della Camera, non raggiunta nel caso specifico, come ha fatto notare dal presidente Hans Stöckli (PS/BE).

A parte questo incidente di percorso, al momento del voto finale la legge che prevede una serie di misure in favore dei media è stata approvata per 29 voti a 9 e 3 astensioni. Gli Stati sono stati più generosi del governo aumentando il sostegno a 150 milioni invece dei 130 del Consiglio federale.

Fino al momento di esprimersi sui media online, tutto era andato per il meglio, con un plenum d'accordo sul principio e disposto anche ad allargare maggiormente i cordoni della borsa rispetto all'esecutivo.

Nonostante la situazione economica attuale non ideale, per la Svizzera è infatti irrinunciabile, secondo quanto dichiarato in aula da diversi oratori, disporre di un paesaggio mediatico intatto con un'offerta diversificata ed equivalente in tutte le regioni e le lingue nazionali.

La crisi del coronavirus ha messo in risalto quanto siano importanti media in grado di fornire notizie puntuali e obiettive. Tuttavia, nonostante la richiesta di maggiore informazione, i media sono confrontati con un'erosione costante di pubblicità, che preferisce "migrare" sulle grandi piattaforme online, spesso estere. Tale fenomeno non tocca solo la stampa scritta tradizionale, ma anche quella online "nazionale".

«Non è il momento» - Non tutti però sono favorevoli ad aumentare l'aiuto ai media. Una minoranza di destra (UDC) ha giudicato inopportuno un simile intervento, specie nel momento attuale, con le finanze della Confederazione sotto pressione a causa del coronavirus.

Thomas Minder (Indipendente-UDC/SH) ha criticato il fatto che anche gruppi editoriali come Tamedia o NZZ potranno beneficiare di nuove agevolazioni, nonostante gli utili milionari e la distribuzione di dividendi agli azionisti. In questi casi non si può parlare di crisi del settore, ha aggiunto. Una loro richiesta di non entrata nel merito sul pacchetto da 80 milioni è stata però respinta in entrata per 37 voti a 5.

Lotta per la sopravvivenza - Per la maggioranza, è indispensabile sostenere i media, già sotto pressione a causa dei cambiamenti strutturali cui sono sottoposti con l'avanzata di Internet, per preservare un panorama mediatico diversificato essenziale per la nostra democrazia.

Molti giornali lottano per sopravvivere, ha dichiarato Lisa Mazzone (Verdi/GE), che ha accennato anche alla scomparsa di diversi titoli in Romandia negli ultimi anni e al ridimensionamento di molte redazioni. Ciò che facciamo ora non è un regalo, bensì un aiuto per preservare quel bene culturale che è un'informazione di qualità, ha dichiarato. Se non facciamo nulla adesso, molti titoli rischiano di scomparire per sempre.

30 milioni per stampa associativa - Nel corso dell'esame del disegno di legge, il plenum ha quindi deciso di concedere aiuti per la distribuzione pari a 50 milioni (20 in più rispetto alla proposta dell'esecutivo) per i giornali e i periodici in abbonamento rivolti al grande pubblico. Le pubblicazioni della stampa specialistica sono state volutamente escluse da un simile aiuto. Nessun sostegno al giornali gratuiti.

Oltre a questa somma, il plenum ha poi stabilito di accordare 30 milioni (10 in più rispetto al governo) di contributi supplementari a favore della stampa associativa e delle fondazioni. Sotto il profilo democratico essa è importante tanto quanto i quotidiani e i settimanali e merita pertanto un sostegno analogo, hanno sostenuto vari oratori.

Riduzioni in funzione della tiratura - Contrariamente al disegno del Consiglio federale, la maggioranza ha deciso inoltre che le riduzioni per la distribuzione debbano venire fissate in funzione della tiratura. Il sostegno sarà quindi più pingue per i giornali a bassa tiratura, e meno importante per i fogli a forte tiratura, e ciò per evitare fusioni e preservare la diversità della stampa.

Considerata l'importanza rivestita dal recapito mattutino, i "senatori" hanno in seguito accordato riduzioni di prezzo per la distribuzione indipendentemente dalle modalità di recapito, prevedendo 40 milioni per un periodo di dieci anni. Una minoranza chiedeva 60 milioni. Tale aggiunta non figurava nel progetto del governo. Ciò dovrebbe consentire a chi vive anche in località discoste di leggere il giornale cui si è abbonati già il mattino.

Attualmente i distributori specializzati assicurano il recapito mattutino entro le 6.30 durante i giorni feriali ed entro le 7.30 la domenica.

Oggi dei quotidiani e dei settimanali che beneficiano di un sostegno, circa la metà degli esemplari vengono recapitati al mattino presto o di domenica. Analogamente alle altre riduzioni, anche gli sconti per il recapito mattutino dovranno dipendere dall'entità della tiratura.

Agenzie - I senatori hanno anche rivisto la fetta del canone radiotelevisivo destinata alle radio e le televisioni. Dovrà raggiungere almeno il 3% per il primo e almeno il 5% per il secondo.

L'agenzia di stampa Keystone-ATS, gli istituti di formazione e perfezionamento e gli organismi di autoregolamentazione saranno sostenuti per un totale di 30 milioni all'anno. Anche i progetti informatici messi a disposizione dell'intero settore potranno beneficiare di un sostegno.

Il Consiglio federale ha già deciso di recente di aumentare la quota del canone radiotelevisivo per Keystone-ATS da un massimo di 2 a 4 milioni all'anno. Il suo servizio rappresenta un'infrastruttura di base per i media nel loro complesso, ha spiegato Paul Rechsteiner (PS/SG).

Il dossier passa ora al vaglio del Consiglio nazionale.
 
 

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