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CANTONE / SVIZZERADissimulazione del volto, Romano porta l'esempio ticinese

17.06.20 - 10:58
«La protezione delle donne e il rispetto tra i generi passano anche da questi aspetti culturali»
TiPress - foto d'archivio
Dissimulazione del volto, Romano porta l'esempio ticinese
«La protezione delle donne e il rispetto tra i generi passano anche da questi aspetti culturali»

BERNA - Il Consiglio nazionale affronta oggi l'iniziativa popolare anti-burqa, "Sì al divieto di dissimulare il proprio viso", per la quale deve adottare la raccomandazione di voto (gli Stati hanno già invitato popolo e cantoni a bocciarla). La proposta di modifica costituzionale chiede che su tutto il territorio nazionale non si possa più dissimulare il volto nei luoghi pubblici. Per contrastarla, il Parlamento ha già approvato un controprogetto indiretto.

In aula Marco Romano ha portato l'esempio ticinese. Nel suo intervento ha parlato di «costrizioni sociali che non sono e non devono divenire parte della nostra società». E ha aggiunto: «Quanto in vigore in Ticino da quasi 5 anni – dopo l’approvazione di un’iniziativa popolare che ha sancito il divieto di dissimulare il viso a livello costituzionale nel 2013 – mostra come si possa realizzare il disposto in maniera pragmatica, senza creare problemi al settore turistico e, all’ordine pubblico e sociale».

Per il consigliere nazionale PPD «burqa e niqab sono assolutamente intollerabili quando obbligati, non graditi anche quando scelti liberamente». Favorevole all'iniziativa a livello svizzero, Romano ha tirato in ballo «la protezione delle donne e il rispetto tra i generi», che «passano anche da questi aspetti culturali». Ma ha anche spiegato che, in caso di riuscita dell'iniziativa, «l’applicazione, soprattutto nei confronti di turisti di religione islamica e di comportamenti negli spazi pubblici, andrà ampiamente lasciata ai Cantoni e ai Comuni garantendo flessibilità e proporzionalità».

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