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NEUCHÂTELBocciato il diritto di voto ai 16enni

09.02.20 - 13:33
I cittadini neocastellani hanno detto di no all'abbassamento della maggiore età civica
Keystone (archivio)
Il testo è stato respinto dal 58,52% dei votanti.
Il testo è stato respinto dal 58,52% dei votanti.
Fonte ats
Bocciato il diritto di voto ai 16enni
I cittadini neocastellani hanno detto di no all'abbassamento della maggiore età civica

NEUCHÂTEL - I 16enni del canton Neuchâtel non otterranno diritto di voto. I cittadini hanno rifiutato oggi con il 58,52% di "no" l'abbassamento della maggiore età civica, che sarebbe stato una prima assoluta nella Svizzera romanda. Il tasso di partecipazione ha raggiunto il 35,22%.

Il progetto prevedeva che per l'ottenimento del diritto di voto i giovani fra i 16 e i 18 anni avrebbero dovuto fare esplicita richiesta presso l'ufficio elettorale del proprio comune. Non avrebbero comunque in alcun caso avuto diritto ad essere eletti.

L'obiettivo era quello di coinvolgere maggiormente nella vita pubblica i giovani particolarmente attivi e interessati alla politica, che avrebbero in questo modo potuto partecipare alle decisioni che riguardano il loro futuro.

Secondo i favorevoli si sarebbe trattato di un rafforzamento della democrazia, mentre gli oppositori denunciavano una perdita di coerenza con la maggiore età dal punto di vista penale.

Entusiasmi raffreddati? - La bocciatura potrebbe frenare gli entusiasmi di Vaud, Ginevra, Vallese e Zurigo, dove progetti in tal senso sono stati avviati. Un'iniziativa parlamentare è stata depositata a fine gennaio anche nel Giura.

Il comitato d'iniziativa sottolinea comunque il buon risultato: "Mai in Svizzera una votazione popolare sul diritto di voto a 16 anni aveva ottenuto un risultato così buono! A Berna e Basilea era ad esempio stata bocciata con oltre il 70% dei voti", si legge in un comunicato.

Con il risultato odierno Glarona rimane quindi il solo cantone in Svizzera a offrire il diritto di voto a 16 anni: vittima di un esodo di giovani, aveva deciso nel 2007 di dare un segnale forte in questo senso. A livello europeo sono una decina i Paesi, fra i quali l'Austria, a offrire tale opportunità.

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