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SVIZZERA"Più abitazioni a prezzi accessibili", lanciata la campagna

07.01.20 - 10:35
L'iniziativa popolare intende fermare «l'evoluzione infernale degli speculatori immobiliari e la loro sete di profitti sempre maggiori»
Tipress (archivio)
Il popolo svizzero sarà chiamato a esprimersi il prossimo 9 febbraio.
Il popolo svizzero sarà chiamato a esprimersi il prossimo 9 febbraio.
"Più abitazioni a prezzi accessibili", lanciata la campagna
L'iniziativa popolare intende fermare «l'evoluzione infernale degli speculatori immobiliari e la loro sete di profitti sempre maggiori»

BERNA - L'iniziativa popolare "Più abitazioni a prezzi accessibili", al voto il prossimo 9 febbraio, vuole fermare «l'evoluzione infernale degli speculatori immobiliari e la loro sete di profitti sempre maggiori, promuovendo la costruzione di alloggi a pigione moderata». Il comitato d'iniziativa ha lanciato oggi a Berna la sua campagna.

Ticino particolarmente toccato - «Le pigioni elevate gravano pesantemente le finanze di tante economie domestiche e sono di gran lunga la voce di spesa più importante», ha dichiarato in conferenza stampa la consigliera agli Stati Marina Carobbio (PS/TI), precisando che a essere particolarmente toccati sono giovani famiglie, anziani e persone con un reddito basso. La "senatrice" ha fatto poi l'esempio del Ticino, in cui vi è un «grande problema» a causa della penuria di alloggi a pigione moderata, a fronte di un tasso del 2,29% di alloggi vuoti. «Essi - ha aggiunto - non hanno una correlazione con il costo degli affitti e ciò è evidente anche a sud delle Alpi».

Pigioni in aumento - Secondo Carlo Sommaruga, consigliere agli Stati (PS/GE) e presidente dell'Associazione svizzera degli inquilini (ASI), «l'iniziativa servirà da guida al futuro della politica svizzera in questo ambito. I dati mostrano che le pigioni non diminuiscono, ma dal 2005 sono aumentati di quasi il 19%». L'obiettivo, ha sottolineato, è di favorire la creazione di alloggi di utilità pubblica meno cari, in media, del 20% rispetto a quelli convenzionali.

Dal lato ambientale, ha ricordato ancora Carobbio, chi vive in alloggi di utilità pubblica utilizza in media meno superficie abitabile e contribuisce a un uso parsimonioso del territorio.

«I risanamenti energetici previsti per i prossimi anni non devono portare all'esplosione delle pigioni», ha aggiunto dal canto suo la presidente dei Verdi e consigliera nazionale bernese Regula Rytz, precisando che l'iniziativa prevede «un'equa distribuzione dei costi». Spesso invece, hanno criticato i promotori, i lavori sono un'occasione per aumentare il costo degli affitti ai danni degli inquilini. «Chi mette in atto lussuose ristrutturazioni non dovrebbe ricevere alcun sussidio», ha sottolineato Rytz.

Il mercato è parte del problema - Per quanto riguarda invece il mercato, il presidente di Cooperative d'abitazione svizzera, Louis Schelbert, ritiene che esso non risolva la questione, ma rappresenti piuttosto «una parte del problema. L'iniziativa offre una soluzione perché promuove l'edilizia di utilità pubblica», con alloggi meno cari di un quinto. Per Pierre-Yves Maillard, presidente dell'Unione sindacale svizzera (USS), i costi legati agli affitti, insieme a quelli destinati alle assicurazioni malattia, rappresentano una spesa non indifferente e sono in aumento nel corso degli anni.

Per sostenere la campagna "Sì a più abitazioni accessibili, stop agli speculatori" è stata creata una larga alleanza composta da partiti, sindacati, operatori sociali e diverse associazioni.

Il testo dell'iniziativa prevede che il 10% degli alloggi di nuova edificazione siano di proprietà di enti pubblici. A questo scopo i cantoni e i comuni sarebbero autorizzati a utilizzare un diritto di prelazione, in particolare sugli immobili che appartengono alla Confederazione o ad aziende a essa legate, come le FFS e la Posta. Altro aspetto importante: l'autorità federale dovrebbe assicurare che i risanamenti non comportino «la perdita di abitazioni a pigione moderata».

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COMMENTI
 

dan007 4 anni fa su tio
Troppo tardi non ci sono più terreni il problema non è solo affitti moderati ma in urbanizzazione che non protegge il patrimonio architetturale abbiamo costruito male e non c’è nessuno che organizza il tutto per fare del lungo lago un luogo destinato alla vita sociale dal ponte del diavolo fino a campo San Martino i palazzi non hanno zone di verde ne alberi solo un po’ di parto e qualche siepe si è distrutto tutto il verde che c’era i palazzi d’epoca tutto a scapito del solo business che tiene ancora in Ticino il settore immobiliario ma anche li e finita
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