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SVIZZERACaccia da guerra, i "senatori" fanno un passo verso il Nazionale

12.12.19 - 09:12
Gli Stati hanno approvato oggi un compromesso - 80% invece del 100% - sugli affari di compensazione
Keystone (archivio)
Caccia da guerra, i "senatori" fanno un passo verso il Nazionale
Gli Stati hanno approvato oggi un compromesso - 80% invece del 100% - sugli affari di compensazione

BERNA - Dopo aver accolto l'idea di acquistare nuovi caccia da guerra per 6 miliardi di franchi, oggi il Consiglio degli Stati ha fatto un passo verso il Nazionale in merito all'unica questione ancora aperta, ossia gli affari di compensazione, pronunciandosi per l'80% del valore della commessa, invece del 100%.

Ancora questa settimana la Camera del popolo, dopo aver accettato il principio dell'acquisto dei nuovi aerei da combattimento, si era espressa per il 60%, in linea col Consiglio federale. Già nel corso del dibattito, però, diverse voci si erano dette favorevoli all'80%, un invito insomma indiretto ai "senatori" ad abbandonare la loro prima richiesta, giudicata eccessiva.

Per 26 voti a 14, oggi gli Stati hanno approvato il compromesso elaborato dalla commissione preparatoria. Le imprese estere che ricevono commesse nel quadro dell'acquisto dovrebbero compensare l'80% - e non il 100% - del valore contrattuale mediante l'assegnazione di mandati in Svizzera (affari offset), di cui il 20% con affari offset diretti e il 40% con affari offset indiretti nel settore della base tecnologica e industriale rilevante in materia di sicurezza.

A ciò si aggiunge un altro 40% di compensazione indiretta in tutta una serie di settori (11 in totale, n.d.r.) che vanno dall'industria delle macchine, a quella ottica e orologiera, per passare dalla chimica.

Stando alla versione del decreto, sulla quale i due rami del parlamento sono d'accordo, la legge deve inoltre specificare che tutte le principali regioni del Paese dovranno beneficiare, nella misura del possibile, degli affari di compensazione: il 65% per la Svizzera tedesca, il 30% per quella francese e il 5% per la Svizzera italiana.

Il dossier ritorna al Consiglio nazionale.

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