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SVIZZERAIl Consiglio federale frena sull'e-voting: «Non diventi la norma»

27.06.19 - 09:01
Anche se nella consultazione sulla revisione della legge federale sui diritti politici la maggioranza dei partecipanti si era dichiarata favorevole, il Governo ha deciso di rinunciarvi per il momento
Keystone (archivio)
Il Consiglio federale frena sull'e-voting: «Non diventi la norma»
Anche se nella consultazione sulla revisione della legge federale sui diritti politici la maggioranza dei partecipanti si era dichiarata favorevole, il Governo ha deciso di rinunciarvi per il momento

BERNA - Il voto elettronico non diventerà la norma, almeno per il momento. È questa la decisione presa dal Consiglio federale, che ha comunque garantito che la Confederazione continuerà ad occuparsi del tema.

Anche se durante la consultazione sulla revisione della legge federale sui diritti politici la maggioranza dei partecipanti si è dichiarata per principio favorevole all'e-voting, in molti hanno ritenuto prematuro dichiararlo una modalità di voto ordinaria, ha spiegato ai media a Berna il Cancelliere della Confederazione Walter Thurnherr.

Ad opporsi sono stati in particolare i partiti, tutti contrari al progetto, anche se diversi si sono dichiarati favorevoli di principio al voto elettronico. Differente la situazione fra i Cantoni, dove una larga maggioranza - compresi Ticino e Grigioni - si è schierata per il passaggio dell'e-voting all'esercizio ordinario, mentre sette si sono detti contrari.

La revisione proposta era volta a semplificare la procedura di autorizzazione per i Cantoni e nel contempo a disciplinare i principali requisiti a livello di legge, come la verificabilità della procedura di voto e la determinazione dei risultati. I Cantoni sarebbero stati comunque liberi di decidere se introdurre il voto elettronico o meno. Dal 2004 complessivamente 15 Cantoni hanno svolto oltre 300 prove.

La decisione di rinunciare alla revisione tiene conto anche degli sviluppi degli ultimi mesi. Da un lato, nel novembre 2018 il Canton Ginevra ha annunciato di non avere l'intenzione di sviluppare ulteriormente il proprio sistema di voto elettronico.

Dall'altro, lo scorso febbraio la Posta svizzera ha pubblicato il codice sorgente del suo sistema ed effettuato un test pubblico d'intrusione. In seguito alle gravi falle emerse, alla fine di marzo la Cancelleria federale ha annunciato di voler fare il punto della situazione.

Non tutto è perduto - «Questo non vuol dire che tutto rimarrà come ora», ha detto Turnherr. Nella sua seduta il Consiglio federale ha infatti incaricato la Cancelleria federale di provvedere, entro la fine del 2020, a reimpostare la fase sperimentale in collaborazione con i Cantoni e a sottoporgli un rapporto in merito.

L'obiettivo è quello di raggiungere un'operatività stabile con sistemi dell'ultima generazione. Si tratta in particolare di sviluppare ulteriormente controlli indipendenti, di favorire la trasparenza e la fiducia, nonché di coinvolgere maggiormente il settore scientifico. Dovranno infine essere riesaminati i requisiti e i processi esistenti.

In agosto il governo deciderà inoltre in merito a eventuali domande d'impiego del voto elettronico nelle elezioni del Consiglio nazionale del 20 ottobre, come già era avvenuto nel 2015.

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