La maggioranza dei cittadini sostiene la proposta di portare a 65 anni l’età di pensionamento. I giovani liberali pensano a un'iniziativa popolare
BERNA - Nonostante il finanziamento dell’AVS approvato domenica, nel 2030 mancheranno comunque circa 23 miliardi di franchi. Dieci si potrebbero recuperare, secondo una stima della Confederazione, portando l’età di pensionamento delle donne da 64 a 65 anni.
Una proposta, questa, che al popolo svizzero piace. Perlomeno stando ai risultati dell'ultimo sondaggio Tamedia: il 63% degli interpellati si dice infatti favorevole. Soltanto il 34% è contrario, mentre il 3% è indeciso. C’è un aspetto in particolare che salta all’occhio: soprattutto gli uomini vogliono che le donne lavorino più a lungo. La misura trova infatti il sostegno del 72% degli uomini e del 55% delle donne.
Per ora la Sinistra e i sindacati non ne vogliono comunque sapere. Anzi, per i sindacati con l’esito della votazione di domenica la misura è ora fuori discussione. E la consigliera nazionale Bea Heim (PS) sottolinea: «Per chi a più di 55 anni perde un lavoro è difficile trovarne un altro». Quindi finché i datori di lavoro non saranno disposti a impiegare persone più anziane, l’aumento dell’età di pensionamento porterebbe soltanto a un incremento della disoccupazione.
Per Andri Silberschmidt, presidente dei giovani liberali radicali svizzeri «un risanamento dell'AVS è inevitabile». E il fatto che la Sinistra non ne voglia nemmeno parlare è, per lui, «un comportamento anti-svizzero». I giovani liberali intendono ora lanciare un’iniziativa popolare per aumentare l’età di pensionamento.