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Il Consiglio federale raccomanda di accogliere il testo che lo incarica di attivarsi in prima persona per seguire attivamente il settore bancario nella controversia con le autorità della vicina Peniso
BERNA - La mozione presentata lo scorso mese di febbraio da Marco Romano - in cui si chiedeva che fosse il Consiglio federale ad adoperarsi con «le associazioni di categoria di riferimento e con le autorità italiane per chiarire congiuntamente i dubbi inerenti all'interpretazione e all'applicazione» degli articoli 5 e 11 della Convenzione contro le doppie imposizioni ha incassato il preavviso positivo del Governo che ne raccomanda l’accettazione.
Con presa di posizione datata allo scorso primo maggio, il Consiglio federale si dice pronto a seguire attivamente il settore bancario nella controversia aperta con il fisco italiano in relazione alle attività di consulenza svolte con clientela italiana.
«La Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (SFI) è già in contatto con il settore bancario e con gli omologhi italiani per chiarire alcuni aspetti riguardanti i questionari inviati dalle autorità fiscali italiane alle banche estere - quindi non solo a quelle svizzere. In quanto responsabile dell'applicazione della Convenzione del 9 marzo 1976 tra la Svizzera e l'Italia per evitare le doppie imposizioni (CDI), la SFI è l'autorità preposta all'adozione dei necessari provvedimenti. Stando alle informazioni disponibili, al momento non sembrano sussistere dubbi in merito alla sua interpretazione o applicazione», si legge nel parere del Consiglio federale.
