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SVIZZERACamere federali, almeno 45 parlamentari non si ripresenteranno

27.03.19 - 14:32
26 consiglieri nazionali e 19 consiglieri agli Stati hanno già annunciato che non si ricandideranno. Per ora l'unico ticinese è Fabio Abate
Keystone (archivio)
Fabio Abate non sarà della partita
Fabio Abate non sarà della partita
Camere federali, almeno 45 parlamentari non si ripresenteranno
26 consiglieri nazionali e 19 consiglieri agli Stati hanno già annunciato che non si ricandideranno. Per ora l'unico ticinese è Fabio Abate

BERNA - Sono per ora 45 - 26 consiglieri nazionali e 19 consiglieri agli Stati - i parlamentari che hanno annunciato l'intenzione di non ripresentarsi alle prossime federali, in programma ad ottobre. L'unico ticinese ad essersi già espresso è il PLR Fabio Abate, che lascerà il suo seggio alla Camera dei Cantoni.

In Consiglio degli Stati, il tasso di "new entry" sarà sicuramente più elevato rispetto sia alle elezioni del 2015, quando si era attestato al 25%, sia a quelle del 2011, quando un terzo dei "senatori" aveva rinunciato a ricandidarsi. Attualmente infatti, la quota di uscenti sicuri è del 42%, ovvero 19 su 45. Il 46esimo consigliere agli Stati - il successore del PPD Ivo Bischofberger - verrà designato già in aprile dalla Landsgemeinde di Appenzello Interno.

Diversi Cantoni cambieranno entrambi i rappresentanti nella Camera alta. Si tratta di Ginevra, dove abbandonano Liliane Maury Pasquier (PS) e Robert Cramer (Verdi), Neuchâtel (il PLR Raphaël Compte e il socalista Didier Berberat), Giura (la PPD Anne Seydoux e il PS Claude Hêche) e Argovia (il liberale-radicale Philipp Müller e la socialista Pascale Bruderer Wyss). Per quanto riguarda i semicantoni, che hanno diritto a un solo "senatore", detto di Bischofberger vi è da annoverare anche l'addio di Anita Fetz (PS/BS).

Gli altri consiglieri agli Stati a rinunciare a un nuovo mandato sono Roland Eberle (UDC/TG), Peter Föhn (UDC/SZ), Isidor Baumann (PPD/UR), Jean-René Fournier (PPD/VS), Konrad Graber (PPD/LU), Joachim Eder (PLR/ZG), Werner Luginbühl (PBD/BE) e Géraldine Savary (PS/VD). Quest'ultima fa le spese del polverone provocato dai suoi legami con il miliardario Frederik Paulsen.

Numero eccezionale di partenze - Diciannove partenze al termine di una legislatura sono eccezionalmente tante, ha affermato a Keystone-ATS il politologo Georg Lutz. Il ricambio investe in particolare il PS (sei eletti su dodici), ma anche il PPD (cinque su 13). Da notare pure il rimpasto che si prospetta per la rappresentanza femminile: cambieranno cinque donne su sei, tutte tranne Brigitte Häberli-Koller (PPD/TG).

«La debolezza dei partiti borghesi ha permesso ai socialisti di recuperare il ritardo agli Stati», ha aggiunto Lutz, ma le molte mancate ricandidature rischiano di essere un problema. Il PS, prosegue l'esperto, dovrà proporre nomi conosciuti, per attirare i voti dell'elettorato di centro. Va letta anche in questo senso la disponibilità data pochi giorni fa dalla ticinese Marina Carobbio, presidente del Nazionale e ora in corsa, anche se non ancora ufficialmente, pure per gli Stati.

Emorragia colpisce PS anche in Nazionale - Passando al Consiglio nazionale, 26 deputati su 200 sono certi di non ripresentarsi. I Verdi non subiscono defezioni, mentre, anche in questo caso, il partito che in proporzione perde più rappresentanti è quello socialista: sette su 43, tra cui la grigionese Silva Semadeni e Carlo Sommaruga. Il ginevrino tenterà di entrare agli Stati.

Nelle file dell'UDC, non siederanno più alla Camera del popolo ad esempio gli zurighesi Jürg Stahl - presidente nel 2017 - e Natalie Rickli, che lo scorso week-end è stata eletta nel governo cantonale. Stesso discorso per Luzi Stamm (AG), salito di recente agli onori della cronaca per essersi presentato in Parlamento con della cocaina per, a suo dire, denunciare quanto sia semplice procurarsi droga in centro a Berna. Non si ricandiderà neanche Adrian Amstutz (BE), elemento di spicco del partito e presidente del gruppo parlamentare democentrista tra il 2012 e il 2017.

Nel PLR commiato in vista per cinque consiglieri nazionali e nel PPD per quattro, fra i quali il municipale di Ginevra Guillaume Barazzone, coinvolto in uno scandalo di elevati rimborsi spesi nella sua città, e il friburghese Dominique de Buman, presidente nel 2018.

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