Nulla di fatto nella riunione tra i partiti rappresentati in Parlamento e il Governo. Il presidente UDC è stato particolarmente critico: «Questo accordo è morto, ma vedremo dopo le elezioni federali»
BERNA - Rappresentanti di tutti i partiti in parlamento hanno incontrato oggi a Berna il presidente della Confederazione Ueli Maurer, il ministro degli esteri Ignazio Cassis e quello dell'economia Guy Parmelin per discutere dell'accordo quadro con l'Ue. Al termine della riunione, le posizioni non sembrano essere cambiate.
Ogni partito aveva a disposizione dieci minuti di tempo per esprimere il suo punto di vista al Consiglio federale. «Non credo che l'idea odierna fosse di produrre dei risultati; si è trattato piuttosto di uno scambio di opinioni», ha rilevato Beat Walti, presidente del gruppo parlamentare del PLR.
«Abbiamo posto le nostre domande e ora aspettiamo le risposte», gli ha fatto eco Roger Nordmann, presidente del gruppo socialista alle Camere.
Per il presidente dell'UDC, Albert Rösti, «il Consiglio federale è più vicino al no che al sì». «Per me, ha aggiunto, questo accordo è morto, ma vedremo dopo le elezioni federali», ha detto, ricordando che attualmente solo PLR e Verdi liberali sono favorevoli a questa intesa. Rösti ha indicato di aver ascoltato con interesse le critiche all'accordo mosse dagli altri partiti. «La Svizzera perde la sua sovranità se bisogna riprendere automaticamente il diritto europeo».
Si è trattato di una bella conversazione, ha da parte sua twittato la presidente dei Verdi, Regula Rytz. «Purtroppo ha confermato che il Consiglio federale non ha una strategia per uno dei dossier più importanti della legislatura», ha aggiunto.
Critiche anche da parte dei Verdi liberali, secondo cui «il governo manca di leadership. Invece di dar prova di fermezza, propone una consultazione non vincolante e non succede niente a livello istituzionale».
Il presidente del gruppo del PPD, Filippo Lombardi, ha affermato alla radiotelevisione romanda RTS che si potrà andare verso un consenso solo il giorno in cui sarà fatta chiarezza sulle questioni che preoccupano veramente i partner sociali e i Cantoni. «Ciò vuol dire, a mio avviso, tornare a Bruxelles», ha aggiunto.
Mercoledì prossimo è previsto un incontro fra Consiglio federale e partner sociali.