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SVIZZERARiforma fiscale e AVS: «Due piccioni con una fava»

18.02.19 - 10:00
Il Consiglio federale raccomanda al popolo di approvare l'oggetto in votazione il prossimo 19 maggio
Keystone
Riforma fiscale e AVS: «Due piccioni con una fava»
Il Consiglio federale raccomanda al popolo di approvare l'oggetto in votazione il prossimo 19 maggio

BERNA - La Legge federale riguardante la riforma fiscale e il finanziamento dell'AVS (RFFA), sulla quale si voterà il 19 di maggio, rappresenta un compromesso equilibrato che consentirà di rafforzare l'AVS e, nel contempo, l'attrattiva della piazza economica elvetica, in modo da garantire anche in futuro posti di lavoro e benessere per il nostro Paese.

Ne sono convinti il presidente della Confederazione e ministro delle finanze Ueli Maurer, e il consigliere federale Alain Berset i quali, invitando il popolo stamane in conferenza stampa ad approvare il progetto contro il quale è stato lanciato il referendum, hanno sostenuto che un "no" alle urne non farebbe che peggiorare la situazione.

La RFFA è la risposta alla bocciatura popolare del Progetto fiscale 17 non giudicato abbastanza equilibrato. Come ricordato oggi davanti ai media da Ueli Maurer, il disegno di legge in votazione è frutto di un compromesso elaborato in seno al Consiglio degli Stati (e sostenuto in Parlamento da PLR, PPD e PS) che tiene conto sia delle critiche giunte da Cantoni e Comuni in merito alla revisione dell'imposizione delle imprese, sia di quelle della sinistra e dei sindacati, per i quali privilegiava eccessivamente le società e scapito dei lavoratori.

L'uovo di colombo è stato quello di legare due temi, facendo in modo che ogni franco di tassazione perso in seguito alla riforma fiscale a livello di Confederazione, Cantoni e Comuni venisse "compensato" con un franco di finanziamento all'AVS.

Un riforma necessaria per l'economia - La Riforma della fiscalità delle imprese si rende necessaria in seguito alla prevista abolizione dell'imposizione privilegiata delle holding e di altre società straniere, un passo che la Svizzera deve compiere su pressione internazionale.

«In futuro, queste società pagheranno più tasse - ha rammentato Maurer - mentre l'imposizione sulle piccole e medie imprese scenderà grazie anche all'introduzione di patent-box volti a incitare le imprese innovative».

Per evitare che determinate aziende, specie quelle a beneficio di regimi impositivi privilegiati, se ne vadano, i Cantoni stanno inoltre pensando, ed alcuni sono già passati all'azione, di abbassare l'imposta sugli utili.

Quale compensazione per le minori entrate, la Confederazione verserà ai Cantoni un miliardo di franchi supplementare proveniente dall'imposta federale diretta, ha ricordato il ministro delle finanze.

In totale, alle casse dello Stato verranno a mancare due miliardi. Per Maurer si tratta però di un investimento per il futuro che, oltre a garantire la certezza del diritto, rafforzerà l'attrattiva della piazza economica elvetica, contribuendo a creare posti di lavoro e quindi benessere. La concorrenza fiscale internazionale, ha sostenuto il consigliere federale UDC, si è rafforzata negli ultimi anni. Da qui l'esigenza di mantenere il passo, anche per preservare il substrato fiscale attuale.

AVS, un'iniezione di denaro benvenuta - Una visione condivisa dal responsabile del Dipartimento federale dell'interno, Alain Berset, che ha illustrato l'urgenza di intervenire sull'AVS, la principale assicurazione sociale elvetica che «contribuisce alla coesione sociale del Paese».

Dal 2014, ha esordito il ministro PS, le entrate per l'AVS non coprono le uscite. I deficit che risultano - finora 2,7 miliardi di franchi cumulati - sono stati finora compensati dal buon andamento dei mercati finanziari, ciò che però non è accaduto nel 2018.

Per garantire una pensione dignitosa anche nel prossimo futuro, e nell'attesa di una riforma strutturale già avviata col progetto AVS 21 che verrà presentato ancora quest'anno, il primo pilastro ha bisogno di un finanziamento ulteriore. "La RFFA garantisce due miliardi di franchi, provenienti in misura di 800 milioni dalla Confederazione e 1,2 miliardi dai lavoratori e dai datori di lavoro.

In quest'ultimo caso si tratta di un incremento dello 0,3% in totale, ossia 0,15% a carico del datore di lavoro e 0,15% del lavoratore. «È il primo modesto aumento dei contributi da 40 anni», ha sottolineato il ministro friburghese, pari a 1,5 franchi su 1000.

Unità materia preservata - Di fronte alle critiche degli avversari della RFFA, che hanno messo in dubbio l'unità della materia parlando di un progetto abborracciato, se non di ricatto bello e buono visto che non si può bocciare una parte del «pacchetto» senza far cadere tutto, Maurer ha ricordato che, secondo una perizia dell'Ufficio federale di giustizia, l'unità della materia è preservata.

A suo dire si tratta di un tipico compromesso alla Svizzera senz'altro migliore di un "no" alle urne. Ciò che rischia di venire dopo potrebbe essere peggio, ha puntualizzato il presidente della Confederazione.

Fare compromessi, ha ricordato, costituisce un punto di forza del nostro sistema politico, non di debolezza, ha aggiunto. Stando a Berset, dopo la bocciatura della RIE III, il Consiglio federale ha imparato la lezione e ora sostiene un progetto più equilibrato che tenga conto anche delle critiche giunte da Cantoni, Comuni e dal mondo del lavoro.

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