Dal primo sondaggio realizzato dall'istituto gfs.bern emerge che il 63% degli svizzeri si dice abbastanza o molto favorevole all'iniziativa sulla quale si voterà il 10 febbraio
BERNA - Il 63% degli svizzeri si dice abbastanza o molto favorevole all'iniziativa contro la dispersione degli insediamenti, in votazione il prossimo 10 febbraio. È quanto emerge dal primo sondaggio realizzato dall'istituto gfs.bern per conto della SSR.
Sono soprattutto gli elettori di Verdi (87%) e PS (76%) ad approvare il testo: non si tratta affatto di una sorpresa, dato che a promuoverlo è stata la sezione giovanile del partito ecologista. L'iniziativa comunque riscuote un certo successo anche nel campo dell'UDC (65%) e in quello dei Verdi liberali (61%). I più scettici sono i sostenitori di PPD e PLR, indica l'inchiesta divulgata oggi.
Contenute le differenze regionali: gli svizzero tedeschi (65%) sono un po' più convinti di romandi e italofoni (entrambi al 58%). Per i favorevoli, la dispersione degli insediamenti sfigura il paesaggio elvetico e danneggia le generazioni future. Stando agli oppositori invece, la Legge sulla pianificazione del territorio (LPT), votata nel 2013, permette già di lottare efficacemente contro gli abusi in questo ambito.
L'istituto tiene tuttavia a precisare che, a così tanto tempo di distanza dallo scrutinio, lo stadio di formazione dell'opinione è ancora embrionale e dunque i risultati sono destinati a cambiare. Nonostante l'esito del primo sondaggio, gfs.bern considera probabile il rifiuto dell'iniziativa.
Il testo, denominato "Fermare la dispersione degli insediamenti - per uno sviluppo insediativo sostenibile", sarà l'unico a livello federale sul quale i cittadini saranno chiamati alle urne in febbraio. Esso intende vietare la creazione di nuove zone edificabili, eccetto nel caso in cui venga messa a disposizione una nuova superficie di dimensioni almeno equivalenti. Consiglio federale e parlamento ne raccomandano la bocciatura, giudicando la proposta dei Giovani Verdi troppo ambiziosa.
Il sondaggio SSR è stato effettuato tra il 4 e il 13 dicembre per telefono e online interrogando 3028 persone. Il margine di errore è di 2,9 punti percentuali.