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BERNAPreventivo 2019, primo taglio da 19 milioni

27.11.18 - 12:20
Colpito il settore "Spese per beni e servizi". «Questi risparmi faranno male» ha reagito il PS
Keystone
Preventivo 2019, primo taglio da 19 milioni
Colpito il settore "Spese per beni e servizi". «Questi risparmi faranno male» ha reagito il PS

BERNA - Primo giorno di dibattiti al Consiglio Nazionale sul preventivo 2019 della Confederazione e prime economie - seppur limitate - rispetto al progetto governativo. La maggioranza di destra della Camera del popolo ha in particolare deciso un taglio trasversale di 19 milioni alla voce "Spese per beni e servizi" e un altro di 45 milioni nell'aiuto sociale per il settore dell'asilo.

Il plenum ha invece risparmiato il personale federale. La sinistra non è poi riuscita a far approvare un gesto di generosità nei confronti dell'aiuto allo sviluppo.

Eccedenza di 1,3 miliardi

Il budget 2019 approvato dal Consiglio federale attesta entrate pari a 73,6 miliardi di franchi e uscite per 72,3 miliardi, con un'eccedenza di 1,3 miliardi. Tale avanzo è dovuto a maggiori introiti fiscali, ma anche alla bocciatura della previdenza vecchiaia 2020 e della terza riforma della fiscalità delle imprese, che ha generato minori uscite, ha spiegato il ministro delle finanze Ueli Maurer.

Con 99 voti contro 95, la maggioranza del plenum si è pronunciata oggi per maggiori risparmi (-19 milioni) rispetto alla versione governativa nelle spese per beni e servizi, decidendo nel contempo di congelare il credito totale di questo settore a 4,281 miliardi di franchi sino al 2022.

A favore hanno votato i gruppi UDC e PLR. La sinistra e il PPD si sono invece mostrati reticenti di fronte a tale taglio lineare che colpirà settori molto diversi fra loro quali le traduzioni, i centri d'asilo o la sicurezza, nonché l'esercito.  «Questi risparmi faranno male», ha deplorato Mattea Meyer (PS/ZH).

Personale federale

Lo stesso scenario non si è ripetuto per le spese destinate al personale. Non è infatti bastato il sostegno di una manciata di liberali-radicali per far passare una proposta dell'UDC di risparmiare 50 milioni in questo settore, per il quale sono preventivate spese per 5,855 miliardi. Tali economie sono state respinte con 118 voti contro 73 e 1 astensione.

Franz Grüter (UDC/LU) ha tentato invano di convincere il plenum a frenare l'aumento degli oneri nel personale federale. «Anche con il taglio di 50 milioni, le spese aumenteranno di 37 milioni», ha dichiarato inutilmente il democentrista lucernese.

«Non si può chiedere continuamente sacrifici al personale esigendo nel contempo nuovi posti nell'amministrazione», gli ha replicato Ueli Maurer. Di fronte alle richieste di bloccare gli effettivi, il consigliere federale ha ricordato che compensazioni all'interno dell'amministrazione sono già state realizzate su 500 impieghi in questi ultimi anni.

Trattative in corso

Dal canto suo, la sinistra auspicava in un primo tempo di aumentare di 25 milioni il credito per le misure salariali. «Visto il buon andamento delle finanze federali, si potrebbe compensare interamente (1%) il rincaro, tanto più che i salari degli impiegati federali sono progrediti in misura minore rispetto al settore privato negli ultimi anni», ha affermato Barbara Gysi (PS/SG).

La sua proposta è stata tuttavia ritirata viste le trattative in corso tra il personale e il ministro delle finanze Ueli Maurer. Alla fine una compensazione dello 0,8% dovrebbe essere ottenuta.

Mandati esterni

L'UDC non è riuscita a far passare un altro taglio trasversale. Il partito di Albert Rösti preconizzava economie dell'ordine di 30,6 milioni nelle spese per la consulenza e i mandati di ricerca esterni.

Questo credito deve essere congelato al livello del 2017, ovvero 185,5 milioni di franchi, ha sostenuto invano Pirmin Schwander (UDC/SZ). Il democentrista svittese dubitava dell'utilità e della qualità di tutti i mandati affidati al di fuori dell'amministrazione. A suo avviso, occorrono direttive più chiare. Ma alla fine il plenum, con 128 voti contro 66, ha bocciato la sua proposta.

Cooperazione e asilo

I dibattiti sono poi proseguiti con l'esame dei crediti per l'aiuto allo sviluppo e l'asilo. Tra le proposte di taglio respinte vanno segnalati i 78 milioni nel budget del Dipartimento degli affari esteri (97 contro 91 e 1 astenuto).

Sull'altro fronte è stata bocciata la proposta della sinistra, che aveva il sostegno dei Verdi liberali, di accordare fino a 341 milioni alla cooperazione allo sviluppo per raggiungere l'obiettivo di destinare lo 0,5% del reddito nazionale lordo a questo settore.

Barbara Gysi ha tentato invano di convincere il plenum, adducendo che il Parlamento si è più volte espresso a favore di questo obiettivo, ma la sua idea è stata respinta con 130 a 60.

Il Nazionale ha invece accolto una proposta di tagliare di 45 milioni nell'aiuto sociale per il settore dell'asilo, su un totale di 1,265 miliardi preventivati. Ha seguito in questo senso la commissione preparatoria che riteneva la fattura troppo elevata rispetto alla flessione delle domande d'asilo.

Fino a giovedì

I dibattiti sul preventivo della Confederazione - sono previste in totale 11 ore di discussioni - proseguiranno domani e si concluderanno al più tardi giovedì. Finora il plenum non si è distanziato dalle proposte della sua commissione delle finanze. Quest'ultima prevede di ridurre le spese di 70,2 milioni. Molte decisioni sono però state prese di misura, con un solo voto di scarto su singoli crediti.

La Camera dei cantoni si pronuncerà invece lunedì. La sua commissione preparatoria ha aumentato il budget di 101,7 milioni di franchi rispetto alla versione del Governo. Tale incremento è destinato in particolare alla formazione, al Corpo delle guardie di confine, ai Mondiali 2020 di ciclismo su strada e al Museo alpino. Sia il disegno governativo che gli aumenti proposti rispettano le esigenze del freno all'indebitamento.

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