Analizzando le votazioni avvenute dal 1996 ad oggi, si nota come l'attuale presidente dell'UDC svizzero abbia raccolto più sconfitte rispetto ai suoi predecessori
BERNA - L'attuale presidente UDC Albert Rösti ha assai meno successo nelle votazioni federali rispetto ai suoi predecessori: lo rivela un'analisi effettuata dal Blick su tutti gli appuntamenti con le urne (ad eccezione delle elezioni) avvenuti dal 1996.
Le vittorie UDC davanti al popolo contro una maggioranza parlamentare di parere opposto sono state solo 1 su 9 (11%) nell'era Rösti. Toni Brunner (presidente dal 2008 al 2016) aveva invece raggiunto il 21% (7 su 34) e ancora meglio aveva fatto Ueli Maurer (1996-2008), che può vantare il 28% (8 su 29).
La tendenza è confermata anche dall'analisi della quota di cittadini che hanno votato secondo quanto consigliato dall'UDC. Nelle dieci votazioni affrontate Rösti ha avuto una media del 37% a favore: i rispettivi dati per Brunner e Maurer sono rispettivamente 40% e 46%.
Nell'era di Brunner figurano anche le due uniche iniziative UDC accolte dal popolo, quella sull'espulsione di criminali stranieri (2010) e quella sull'immigrazione di massa (2014). Stando al Blick dall'analisi in generale balza all'occhio che Maurer ha cercato una decisione alle urne meno spesso che i suoi successori.
In dichiarazioni rilasciate al quotidiano il consigliere nazionale Kurt Fluri (PLR/SO) avanza due interpretazioni per spiegare l'attuale ondata di sconfitte dell'UDC. A suo avviso da una parte il partito di Rösti si mostra rigido sui temi politici e troppo ancorato alle sue pretese massime iniziali, perdendo poi davanti al popolo, mentre dall'altra serpeggiano evidenti sintomi di stanchezza. «Molti svizzeri ne hanno le tasche piene dell'eterna opposizione praticata dall'UDC mentre nel contempo è presente in governo», sostiene il 63enne.
Lo schiaffo subito dall'UDC nel voto del fine settimana è molto dibattuto oggi sulla stampa, sia per l'ombra che getta sulle elezioni federali del 2019, sia per le implicazioni che l'alleanza formatasi fra economia e sinistra contro l'iniziativa sull'autodeterminazione potrà avere su futuri temi quali la libera circolazione o il ventilato accordo quadro con l'Ue.