Christian Levrat accusa il ministro degli esteri ticinese di essere troppo vicino all'UDC, e di "trumpizzare" la politica estera elvetica
BERNA - Ennesimo attacco del presidente del Partito socialista, Christian Levrat, al consigliere federale Ignazio Cassis.
Dalle colonne dell'Aargauer Zeitung, il consigliere agli Stati friburghese accusa il ministro degli esteri ticinese di essere troppo vicino all'UDC, e di mettere in pericolo, con certe sue dichiarazioni, la credibilità della Svizzera quale partner credibile e affidabile in politica estera.
Levrat fa sue le osservazioni dell'ex ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey, che in alcune dichiarazioni pubbliche metteva in guardia già alcune settimane fa da una "trumpizzazione" della politica estera elvetica.
Stando allo stesso Levrat, che cita fonti confidenziali in seno al Dipartimento federale degli affari esteri, la missione svizzera alle Nazioni Unite di New York avrebbe un debole per il presidente degli Stati Uniti.
Col suo comportamento quest'ultimo, secondo Levrat, avrebbe avviato una politica estera del "più forte", diametralmente opposta agli obiettivi e possibilità di un piccolo Paese come la Svizzera, quindi anche degli interessi, valori e obiettivi della nostra politica estera.
Ma che cosa rinfaccia Levrat al consigliere federale del PLR alla guida della diplomazia elvetica da un anno? Tra le altre cose, di non voler aderire al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. Affinché una politica estera sia credibile, Cassis deve avere il sostegno del Parlamento, Parlamento che lo ha contraddetto chiedendogli invece di fare marcia indietro su questo punto.
Altro aspetto che, secondo Levrat, strapazza la credibilità della nostra politica estera, è la volontà della nuova maggioranza in Governo di esportare armi anche in zone coinvolte in conflitti armati interni.