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SVIZZERASorveglianza assicurati: «A rischio la sfera privata di tutti»

15.10.18 - 10:16
Il Comitato "No allo spionaggio arbitrario degli assicurati" chiede che le nuove regole, sulla quali si voterà il 25 di novembre, vengano respinte
Keystone
Sorveglianza assicurati: «A rischio la sfera privata di tutti»
Il Comitato "No allo spionaggio arbitrario degli assicurati" chiede che le nuove regole, sulla quali si voterà il 25 di novembre, vengano respinte

BERNA - Le attuali disposizioni per la sorveglianza delle persone sospettate di frodare le assicurazioni sociali sono sufficienti. Per questo, il Comitato "No allo spionaggio arbitrario degli assicurati" chiede che le nuove regole, sulla quali si voterà il 25 di novembre, vengano respinte, perché sproporzionate. A rischio, secondo i promotori del referendum, è la sfera privata di ognuno di noi.

Per il Comitato non vi è dubbio: gli abusi vanno repressi. Tuttavia, vi devono essere dei limiti. L'uso di detective privati, GPS, registrazioni audio e video, anche mediante droni, va troppo lontano. Non è tollerabile che persone sospettate di approfittarne vengano filmate mentre sono in camera da letto. Insomma, con la scusa di combattere chi abusa, si sacrifica la sfera privata del singolo.

Già oggi, secondo i contrari, è possibile agire nei confronti di chi si pensa approfitti delle assicurazioni, come l'invalidità o gli infortuni. Polizia e giustizia hanno mezzi a sufficienza.

Grazie però al lobbismo delle assicurazioni in parlamento, l'armamentario a disposizione è stato ampliato. In futuro sarà possibile spiare gli assicurati senza essere controllati, ossia senza la decisione di un giudice. I detective privati disporrebbero di mezzi più estesi di sorveglianza degli stessi agenti di polizia.

Legge indegna di stato liberale

Per Kürt Pärli, professore di diritto all'università di Basilea, la legge approvata in fretta e furia dal Parlamento è raffazzonata e indegna di uno stato liberale. Il problema, ha puntualizzato, è che un'assicurazione può decidere di rivolgersi a un detective quando c'è il semplice sospetto di abuso, senza dover passare da un giudice. Insomma, "l'assicurazione è parte in causa: solo un tribunale può fare un esame obiettivo del caso".

Stando al sindacalista Adam Wütrich di Travail.Suisse, l'eventuale ricorso a un tribunale era contemplato nel progetto della commissione parlamentare che ha elaborato il progetto, ma poi tale disposizione è stata stralciata dalla grazie al lobbismo esercitato dalle società d'assicurazione. "Qui abbiamo una chiaro spostamento di potere a vantaggio di quest'ultimi", ha tuonato.

A suo dire, i mezzi di cui si dispone al momento per contrastare abusi sono sufficienti, anche alla luce dei pochi casi registrati. La SUVA, l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni, annovera 12 casi di sorveglianza in media all'anno, che possono essere esaminati benissimo dalla polizia. È preoccupante, ha aggiunto, "che prerogative appannaggio degli organi dello Stato, come la sorveglianza, siano stati trasferiti in mano ai privati". "Questa legge - ha spiegato - deve essere corretta e il modo migliore è di rispedirla al mittente perché non possiamo dare carta bianca agli assicuratori".

Tutti potenziali bersagli

A tale proposito, a nome dell'associazione svizzero tedesca dei consumatori, Sara Stalder ha parlato di "metodi da selvaggio west" contenuti nella normativa in votazione e messo in guardia sul fatto che siamo tutti coinvolti, "dal momento che anche le casse malattia potrebbero un giorno decidere, in maniera autonoma e senza controlli esterni, di fare capo a un detective". "Basta un semplice sospetto, magari una falsa denuncia", ha puntualizzato.

A detta della Stalder, un qualsiasi impiegato di un assicuratore potrebbe decidere di mettervi alle calcagna uno spione. Terroristi e criminali godono a suo dire di maggiori garanzie, dal momento che una sorveglianza può essere concessa solo da un giudice.

La settimana scorsa, nel presentare le nuove prescrizioni che stabiliscono la base legale per la sorveglianza dei beneficiari di assicurazioni, il consigliere federale Alain Berset ne aveva sottolineato l'importanza al fine di garantire maggiore trasparenza ed evitare monitoraggi arbitrari e inutili.

Berset ha ammesso che ogni attività di controllo segreta rappresenta una notevole intrusione nella privacy dell'interessato. Per questo, governo e parlamento hanno voluto impedire qualsiasi vigilanza sproporzionata o priva di fondamento. Secondo le nuove regole, la sorveglianza potrà essere effettuata in presenza di indizi concreti. Inoltre, sarebbe concessa unicamente quale ultima ratio se gli accertamenti non potranno venire eseguiti in altro modo o se risultassero troppo difficili e non è consentita all'interno di un'abitazione.

"La persona deve in effetti trovarsi in un luogo pubblico oppure liberamente visibile, come un balcone", aveva dichiarato il capo del Dipartimento dell'interno. Qualsiasi tipo di controllo in spazi come la tromba delle scale o la camera da letto è da escludere, aveva sottolineato.

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