Il comitato a favore dell'iniziativa "per la dignità degli animali da reddito agricolo" ha lanciato la propria campagna in vista del voto del 25 novembre
BERNA - Le mucche con le corna rischiano di sparire dal paesaggio elvetico. Con un sostegno finanziario ai contadini che ne possiedono ancora, si ridarebbe dignità anche a questi animali da reddito. Con tali argomenti il comitato in favore dell'iniziativa popolare "per vacche con le corna" ha lanciato oggi a Berna la campagna in vista della votazione del prossimo 25 novembre.
L'iniziativa, denominata "per la dignità degli animali da reddito agricolo", è stata promossa dalla comunità di interessi "Hornkuh" (vacca cornuta) del contadino di origine grigionese e residente a Perrefitte (BE) Armin Capaul.
Il testo chiede che gli agricoltori vengano indennizzati per i costi supplementari che devono sobbarcarsi se lasciano crescere le corna ai loro animali.
Esso non riguarda solo le mucche, bensì altri bovini come ad esempio tori e capre. Non si tratta di impedire l'asportazione delle corna, hanno sottolineato davanti ai media i fautori del sì, ma di promuovere una detenzione rispettosa del bestiame. L'atteggiamento di Consiglio federale e Parlamento sul tema è stato finora insufficiente, tanto che si è reso necessario passare attraverso una votazione per una modifica costituzionale, si sono poi lamentati.
Attualmente, quasi il 90% delle mucche in Svizzera non è dotata di corna. Nella maggior parte dei casi, soprattutto per i capi da latte, rimuovere queste sporgenze resta un'operazione dolorosa, malgrado le precauzioni prese.
Vitelli e capretti subiscono questo trattamento per cauterizzazione dopo due settimane di vita: viene utilizzato un ferro incandescente a una temperatura di 700 gradi. Il giorno dopo gli animali, nonostante l'anestesia e la somministrazione di antidolorifici, sono ancora sofferenti.
«Si tratta di preservare la loro dignità smettendo di tagliare semplicemente gli organi che ci danno fastidio», ha affermato Anet Spengler Neff, collaboratrice scientifica dell'Istituto di ricerche dell'agricoltura biologica, aggiungendo che mucche e capre hanno bisogno delle corna.
Questa appendice, piena di vasi sanguigni e nervi, permette infatti all'esemplare di comunicare, regolare la propria temperatura corporea e prendersi cura dell'igiene personale, hanno messo in risalto i promotori dell'iniziativa. Le corna sono anche legate alla digestione: più il foraggio è abbondante, meno le estremità ossee sono grandi.
La principale ragione che spinge gli agricoltori a privilegiare bestiame privo di corna è la volontà di evitare ferimenti fra animali o di persone. Per risolvere questo problema, dichiarano i sostenitori del testo, basterebbe prevedere luoghi di detenzione meno stretti.
Gli iniziativisti hanno già illustrato la loro proposta di attuazione in caso di successo alle urne. La sovvenzione per gli animali con le corna sarebbe legata al programma di uscite all'aria aperta. Essa spetterebbe solo gli agricoltori che lasciano i capi al pascolo per almeno 26 giorni al mese d'estate e permettono loro di gironzolare fuori dalle stalle per un minimo di 13 giorni al mese in inverno.
Il contributo annuale sarà di almeno 190 franchi per mucca e 38 franchi per capra. Costerebbe 15 milioni all'anno alla Confederazione, una somma che i fautori del sì giudicano facilmente gestibile all'interno di un budget agricolo di tre miliardi. I promotori dell'iniziativa hanno anche espresso la propria soddisfazione per il sostegno del Partito socialista, così come per la libertà di voto lasciata dall'Unione svizzera dei contadini.