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SVIZZERALa maggioranza dei cittadini è contro gli allevamenti intensivi

25.09.18 - 06:33
La relativa iniziativa avrebbe buone possibilità alle urne. Ma l’Unione dei contadini ricorda che in Svizzera sono già in vigore delle limitazioni
Keystone
La maggioranza dei cittadini è contro gli allevamenti intensivi
La relativa iniziativa avrebbe buone possibilità alle urne. Ma l’Unione dei contadini ricorda che in Svizzera sono già in vigore delle limitazioni

BERNA - Dopo il fallimento del fair food, all’orizzonte si intravvede già la prossima iniziativa a favore di un’agricoltura che tenga conto del benessere degli animali: l’associazione Sentience Politics sta infatti raccogliendo le firme contro gli allevamenti industriali in Svizzera. La proposta chiede, in sostanza, che entro venticinque anni tutti i produttori rispettino gli odierni requisiti di Bio-Suisse. E lo stesso dovrebbe valere anche per la carne importata.

Un’iniziativa, questa, che avrebbe buone possibilità di essere accettata dai cittadini. Perlomeno secondo il più recente sondaggio Tamedia: la proposta potrebbe attualmente contare sull’appoggio del 59% dei votanti. Il 35% tenderebbe invece a respingerla, mentre il 6% non ha fornito nessuna indicazione in merito.

«Ci sono già delle limitazioni» - Markus Ritter, consigliere nazionale PPD e presidente dell’Unione svizzera dei contadini, si dice sorpreso del fatto che proprio in Svizzera sia stata lanciata una raccolta di firme contro l’allevamento intensivo: «Siamo l’unico paese in Europa in cui esistono già delle limitazioni» afferma. Mentre in Svizzera si possono per esempio tenere al massimo 18’000 galline, nell’Unione europea esistono invece attività con oltre 100’000 animali».

E il risultato del sondaggio non lo preoccupa: «È una questione che sapremo spiegare ai cittadini» sostiene Ritter, sottolineando che se tutti i produttori dovessero seguire gli standard dell’agricoltura biologica, il costo della carne subirebbe effettivamente un aumento del 20-30%. L’offerta di carne biologica, secondo lui, dovrebbe invece basarsi sulla domanda dei consumatori: «Siano loro a decidere, non lo Stato».

Ventisettemila polli in una stalla - La vede diversamente la verde Meret Schneider, co-responsabile della Fondazione Sentience Politics, che è incoraggiata dall’esito del sondaggio: «Tra la gente la questione è molto sentita, non soltanto per la Sinistra. Ricevo dichiarazioni di sostegno per la nostra iniziativa anche da membri dell’UDC». La Svizzera sarebbe infatti tutt’altro che un paradiso per il bestiame da reddito. Oggi nel nostro paese è possibile tenere quattordici galline per metro quadro, 18’000 galline ovaiole e 27’000 polli in una stalla. Il cinquanta percento dei maiali non vedrebbe mai la luce del sole. «Non è appropriato dire che altrove la situazione è peggiore».

Attualmente gli iniziativisti avrebbero raccolto oltre 20’000 firme. Perché la proposta venga sottoposta ai cittadini, entro il mese di novembre del 2019 dovranno essere 100’000.

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