Cerca e trova immobili

SVIZZERALa riforma sulle prestazioni complementari è ancora in alto mare

10.09.18 - 19:43
Sussistono ancora grosse differenze tra i due rami del Parlamento: il nazionale ha infatti ribadito quasi tutte le sue posizioni. La palla torna ora agli Stati
Keystone
La riforma sulle prestazioni complementari è ancora in alto mare
Sussistono ancora grosse differenze tra i due rami del Parlamento: il nazionale ha infatti ribadito quasi tutte le sue posizioni. La palla torna ora agli Stati

BERNA - Sussistono ancora grosse differenze tra i due rami del Parlamento sulla riforma delle prestazioni complementari (PC). Il Consiglio nazionale ha ribadito quasi tutte le sue posizioni, in particolare quella di stringere la cintura sulle prestazioni per le famiglie con bambini.

Secondo la maggioranza borghese, l'importo destinato al fabbisogno vitale generale dei primi due figli, stabilito nel calcolo delle PC a 840 franchi al mese per figlio, è infatti troppo elevato per i bambini piccoli e le famiglie con più figli.

Contro il parere della sinistra, con 130 voti contro 58 e 4 astenuti, la Camera del popolo ha di conseguenza deciso di riaffermare il seguente modello: per il primo figlio fino agli 11 anni di età sono calcolati 590 franchi al mese, in seguito 840 franchi. Per ogni figlio successivo questi importi si riducono di un sesto, fino a un minimo di 280 franchi.

Anche il consigliere federale Alain Berset ha sostenuto questo modello, basandosi su uno studio che mostra come i costi per il sostentamento dei figli vari a seconda dell'età e siano meno elevati per i bambini con meno di 11 anni.

Dal canto suo, Yvonne Feri (PS/AG) ha tentato invano di convincere la maggioranza che i bambini non devono subire i tagli della riforma delle prestazioni complementari. A suo avviso, gli importi attuali dovrebbero essere mantenuti per prevenire la precarizzazione dei giovani.

Una riforma che divide - La riforma delle PC divide profondamente le due Camere anche su altri aspetti. Il Nazionale, con 117 voti contro 74, ha ribadito il principio che prevede una riduzione del 10% dell'ammontare delle rendite complementari versate alle persone che hanno prelevato il capitale e lo hanno esaurito tutto o in parte prima di ricevere appunto tali prestazioni complementari.

Inoltre, la Camera del popolo non ha voluto seguire quella dei cantoni in un altro punto importante della revisione: con 119 voti contro 72, ha ribadito che le persone che dispongono di patrimoni di almeno 100'000 franchi non dovrebbero più ricevere le PC. I "senatori" avevano invece bocciato l'introduzione di questo limite, che passerebbe a 200'000 per le coppie.

Per prevenire «un'immigrazione indesiderata nel sistema sociale svizzero», la Camera del popolo si è inoltre pronunciata, per 113 a 79 e 3 astenuti, in favore dell'introduzione di una durata di domicilio minima di dieci anni. Un domicilio nell'UE è computato in questo periodo in virtù dell'accordo sulla libera circolazione delle persone.

Ciò provocherà un rinvio degli oneri sui cantoni e l'aiuto sociale, ha avvertito invano il consigliere federale Alain Berset. Anche gli Svizzeri all'estero ne risulteranno penalizzati.

Spese per l'affitto - Tra le poche divergenze appianate oggi figura quella degli aiuti per le spese generate dall'affitto. Con 99 voti contro 91 e 3 astenuti, il Nazionale ha seguito la versione degli Stati, optando per una differenziazione regionale e per importi più elevati: una persona sola riceverebbe fra 14'520 e 16'440 franchi, a seconda della regione in cui vive, anziché i 13'200 attuali. Se il nucleo famigliare è composto da più persone, sarebbe previsto un supplemento di 3000 franchi per il secondo individuo.

Tale importo è rimasto immutato dal 2001, ha spiegato con successo Christian Lohr (PPD/TG). Da allora non si è mai tenuto conto dell'aumento degli affitti, ha aggiunto il popolare democratico turgoviese.

Il Nazionale si è pure allineato agli Stati su un altro punto, ovvero che i cantoni possono chiedere alla Confederazione una riduzione o un aumento del 10% degli importi massimi. La diminuzione sarà tuttavia possibile solo se il 90% almeno dei beneficiari delle PC sarà coperto.

Infine, il reddito dell'attività lucrativa del coniuge non sarà in futuro preso in considerazione nel computo delle prestazioni complementari. Nonostante qualche sostegno a destra, l'alleanza tra PPD e sinistra non è riuscita a convincere il plenum che solo l'80% di questo reddito sia determinante. Occorre evitare di demotivare il coniuge a lavorare, ha rilevato inutilmente Christian Lohr.

Il dossier ritorna quindi agli Stati.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE