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SVIZZERALotta alla corruzione: dialogo difficile tra Controllo finanze e Governo

04.07.18 - 23:00
Il CDF chiede di sviluppare una vera strategia in materia. Raccomandazioni che il Consiglio federale non ha per il momento ascoltato
Tipress
Lotta alla corruzione: dialogo difficile tra Controllo finanze e Governo
Il CDF chiede di sviluppare una vera strategia in materia. Raccomandazioni che il Consiglio federale non ha per il momento ascoltato

BERNA - La Svizzera è fra i primi della classe in fatto di lotta alla corruzione nell'amministrazione. Ma manca ancora di una vera strategia in materia, ritiene il Controllo federale delle finanze (CDF), secondo il quale va migliorata l'efficacia del Gruppo di lavoro interdipartimentale (GLID) ad hoc attivo dal 2008. Il Consiglio federale è però rimasto sordo alle sue raccomandazioni prorogandone lo scorso aprile il mandato per 10 anni.

In un rapporto risalente allo scorso gennaio ma pubblicato soltanto oggi il CDF, organo superiore di vigilanza finanziaria della Confederazione, giudica «pertinente» il mandato affidato dieci anni fa dal governo al GLID. Sostiene tuttavia che le condizioni quadro «non permettono un'attuazione adeguata» e che occorrono «riforme importanti» per incrementarne l'efficacia: «l'indipendenza, le risorse (finanziarie e umane), le competenze, la memoria aziendale e la visibilità non sono adeguate». Il Consiglio federale - aggiunge - «deve inoltre fornire ed esprimere con chiarezza il proprio sostegno politico per meglio prevenire la corruzione».

Il Gruppo di lavoro interdipartimentale - rileva il CDF - offre in primo luogo un servizio di scambio di informazioni tra i membri che partecipano ai seminari e alle sedute plenarie: «Sono state proposte alcune raccomandazioni, ma non è stata stabilita nessuna strategia di lotta contro la corruzione in Svizzera». Il CDF chiede dunque al governo di riconsiderarne il mandato proponendo anche misure legislative.

Riforme proposte - A suo avviso il mandato va affidato a un organismo sovra-dipartimentale indipendente, che disponga delle risorse, delle competenze e dei poteri necessari per raggiungere gli obiettivi fissati. Il CDF propone di seguire i modelli scelti da Finlandia e Austria: in questi due paesi, che mostrano similitudini con la Svizzera, i gruppi di lavoro omologhi fanno capo al ministero della giustizia e non a quello egli esteri.

Il CDF propone di mantenere un gruppo di scambio di informazioni, dotato di una segreteria e formato da specialisti, e di istituire un nuovo delegato federale per la lotta contro la corruzione. Questi accompagnerebbe i rappresentanti svizzeri in ambito internazionale, avrebbe un ruolo di coordinatore a livello federale e fungerebbe da «sensibilizzatore presso gli enti pubblici e la società civile». Sarebbe inoltre collegato ai servizi giuridici dei dipartimenti e degli uffici «per ancorare la lotta contro la corruzione nell'Amministrazione federale».

Le obiezioni del governo - In una presa di posizione, il Consiglio federale si dice tuttavia per lo status quo, considerando la lotta alla corruzione come «un compito trasversale che richiede una collaborazione interdipartimentale tra i diversi uffici federali, il Ministero pubblico della Confederazione e lo stesso CDF».

A suo avviso, una centralizzazione della lotta alla corruzione come proposto dal CDF «non sarebbe più economica e pertinente della struttura attuale». Il governo ritiene in particolare «poco probabile che la nuova funzione di delegato federale alla lotta contro la corruzione possa realmente concepirsi senza risorse supplementari». Secondo l'esecutivo federale, la nuova struttura comporterebbe «un aumento sostanziale delle spese, a più o meno lungo termine». Il governo ha tuttavia istituito una segreteria permanente per il gruppo di lavoro.

Pubblicazione tardiva - Il GLID è stato istituito dal Consiglio federale nel dicembre 2008, dando seguito a una raccomandazione del Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) del Consiglio d'Europa. Lo scorso 25 aprile il governo ne ha prolungato il mandato di 10 anni, senza modificarlo sostanzialmente e senza informare il pubblico. Solo il 14 maggio il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) che dirige il GLID ha confermato il fatto, reso noto da Transparency International.

L'organizzazione internazionale per la lotta alla corruzione ha inviato una lettera aperta alla Delegazione delle finanze delle Camere federali, criticando il fatto che il Consiglio federale non abbia tenuto conto degli auspici di riforma condivise dallo stesso GLID nel suo rapporto di attività 2014-2017 pubblicato il 26 aprile.

In esso il GLID anticipava in parte - condividendole - le raccomandazioni, ancora confidenziali, formulate già in gennaio dal CDF. Questo le ha infine pubblicate oggi dopo averle presentate anche alla Delegazione delle finanze oltre che al governo.

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COMMENTI
 

VISIO 5 anni fa su tio
Si tratta di mettere fine a certe (s)parlate e di appilare le leggi con le rispettive conseguenze
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