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SVIZZERAConflitti interni: l'export di armi sarà possibile

15.06.18 - 16:10
Lo ha deciso oggi il Consiglio federale incaricando il DEFR di elaborare una modifica dell'ordinanza
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Conflitti interni: l'export di armi sarà possibile
Lo ha deciso oggi il Consiglio federale incaricando il DEFR di elaborare una modifica dell'ordinanza

BERNA - In futuro sarà possibile, a determinate condizioni, esportare materiale bellico anche verso Paesi implicati in un conflitto armato interno. Lo ha deciso oggi il Consiglio federale incaricando il Dipartimento federale dell'economia (DEFR) di sottoporgli una proposta di modifica della pertinente ordinanza.

Attualmente le esportazioni di armamenti non sono possibili se il Paese di destinazione è implicato in un conflitto armato interno o internazionale. Non è quindi possibile fare una distinzione in base al tipo di materiale esportato e al destinatario finale.

Con la modifica dell'ordinanza auspicata dal governo si potrebbe invece valutare in maniera più flessibile le esportazioni. Gli obblighi internazionali della Svizzera e i suoi principi di politica estera verrebbero in ogni caso mantenuti.

La fornitura di armamenti a Paesi di destinazione implicati in conflitti armati interni continuerà infatti, in linea di massima, ad essere rifiutata. Una autorizzazione all'esportazione potrà essere rilasciata unicamente se non vi è motivo di supporre che il materiale esportato venga impiegato in un conflitto armato interno.

La deroga non verrebbe inoltre applicata ai Paesi dove sono in corso guerre civili conclamate, come la Siria o lo Yemen. Anche con questa precisazione la prassi svizzera rimane più restrittiva di quella dell'UE.

Infine, precisa il governo, nel valutare se accordare l'autorizzazione all'export andrà tenuto conto anche del mantenimento di una capacità industriale adeguata alle esigenze della difesa nazionale elvetica. «Disporre di una propria base industriale nel campo della tecnica di difesa e di sicurezza è fondamentale per la credibilità della politica di sicurezza di un Paese piccolo e neutrale come il nostro», sostiene l'esecutivo.

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