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SVIZZERARiciclaggio degli apparecchi, sì agli sforzi ma no ad un modello preciso

07.06.18 - 12:21
Il commercio online con l'estero non è associato al sistema elvetico di riciclaggio degli apparecchi elettrici e di quelli elettronici usati
Keystone
Riciclaggio degli apparecchi, sì agli sforzi ma no ad un modello preciso
Il commercio online con l'estero non è associato al sistema elvetico di riciclaggio degli apparecchi elettrici e di quelli elettronici usati

BERNA - In futuro, sforzi dovranno essere intrapresi affinché i sistemi di riciclaggio degli apparecchi elettrici funzionino meglio. Il Nazionale ha adottato oggi tacitamente, modificandola, una mozione in tal senso del Consiglio degli Stati. La Camera del popolo non intende tuttavia pronunciarsi per un modello preciso. Il testo ritorna quindi agli Stati nella sua versione ritoccata.

Grazie al sistema di ripresa volontario, al quale partecipano oltre 1000 fabbricanti, commercianti e importatori, i consumatori svizzeri possono facilmente accedere a un punto di raccolta. Ma il modello è sotto pressione. Il commercio online con l'estero non è associato al sistema elvetico di riciclaggio degli apparecchi elettrici e di quelli elettronici usati.

Secondo la mozione, la Fondazione per la gestione e il recupero di rifiuti in Svizzera registra perdite grosse perdite dovute proprio al fatto che i negozi online stranieri sfuggono a questa regolamentazione.

Il testo chiedeva anche al governo di intervenire rapidamente riprendendo un progetto elaborato nel 2013 dall'Ufficio federale dell'ambiente e poi abbandonato. L'UFAM aveva in particolare creato un modello di "obbligatorietà con possibilità di esenzione": chiunque importi, produca o venda apparecchi in Svizzera deve pagare una tassa di smaltimento anticipata a un'organizzazione privata su incarico dell'UFAM.

Il Nazionale ha però deciso di riformulare la mozione in maniera più aperta, senza un'obbligatorietà assoluta, consentendo così un dialogo più approfondito con tutti gli attori interessati.

Dal canto suo, il Consiglio federale, pur preferendo attenersi al sistema attuale, ha ammesso per bocca di Doris Leuthard che vi sono abusi.
 
 

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