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BERNALa partecipazione della Svizzera al consiglio di sicurezza non è in pericolo

04.06.18 - 19:30
Cassis a metà maggio aveva dichiarato che gli aiuti all'UNRWA per i profughi che da anni vivono nei campi in Giordania e Libano ostacolano la loro integrazione
Keystone
La partecipazione della Svizzera al consiglio di sicurezza non è in pericolo
Cassis a metà maggio aveva dichiarato che gli aiuti all'UNRWA per i profughi che da anni vivono nei campi in Giordania e Libano ostacolano la loro integrazione

BERNA - Le recenti dichiarazioni del consigliere federale Ignazio Cassis sull'UNRWA, l'agenzia dell'Onu per l'aiuto ai rifugiati palestinesi, non dovrebbero pregiudicare un'eventuale elezione della Svizzera quale membro non permanente del Consiglio di sicurezza. Lo indica il Consiglio federale in una risposta scritta a diverse domande di consiglieri nazionali.

Alla metà di maggio, il responsabile ticinese del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), in un'intervista pubblicata da vari media, ha dichiarato che gli aiuti all'UNRWA per i profughi che da anni vivono nei campi in Giordania e Libano ostacolano la loro integrazione. Sostenendo l'Agenzia dell'Onu si mantiene viva la loro speranza di un ritorno e si alimenta il conflitto, ha detto Cassis.

Secondo articoli della SonntagsZeitung e Le Matin Dimanche, che domenica scorsa hanno fatto riferimento, senza citarle, a varie fonti concordanti, le critiche di Cassis hanno suscitato parecchio malumore alla sede centrale delle Nazioni Unite a New York. Alti rappresentanti dell'Onu e singoli Paesi, come Libano e Giordania, si sarebbero rivolti alla missione elvetica presso il Palazzo di Vetro.

Queste affermazioni a New York, per i due domenicali, sono state percepite come una critica alla politica dell'Onu in Medio Oriente, la quale mira alla costituzione, accanto ad Israele, di uno Stato palestinese in cui i rifugiati possano fare ritorno. Sollecitato dai due giornali, il DFAE ha confermato «contatti e discussioni dopo le affermazioni del ministro degli esteri Cassis», senza però entrare nei particolari.

Stando ai domenicali, i rappresentanti dell'Onu e dei Paesi mediorientali non si sarebbero limitati a criticare le dichiarazioni del consigliere federale ticinese, ma avrebbero anche messo in discussione la candidatura della Confederazione per un seggio non permanente nel Consiglio di sicurezza dell'Onu, un obiettivo promosso dal governo già da alcuni anni.

Oltre ad irritare i Paesi mediorientali, la dichiarazioni di Cassis hanno sollevato un polverone a Berna, specie a sinistra. Da qui le numerose domande poste a Cassis in merito alla politica elvetica nella regione, domande alle quali non ha potuto rispondere personalmente, essendo il tempo per questo esercizio ormai scaduto. Nella sua articolata risposta, il Governo sostiene «che una cultura della discussione onesta è per così dire una forza della candidatura svizzera quale membro non permanente del Consiglio di sicurezza dell'Onu».

Nel suo scritto, l'esecutivo ricorda inoltre di sostenere finanziariamente l'UNRWA e la soluzione dei due Stati. Quanto alla affermazioni del capo della diplomazia elvetica, esse fanno parte dell'analisi periodica cui viene sottoposta l'attività del DFAE. Quale contribuente tra i più importanti di questa agenzia, la Svizzera intende partecipare attivamente al processo di riforma dell'UNRWA e portare le proprie riflessioni sul futuro di questa organizzazione.

Il Governo riconosce inoltre la difficile situazione in cui vivono i rifugiati palestinesi. Circa le recenti violenze nella striscia di Gaza sfociate nella morte di molti manifestanti uccisi da cecchini israeliani, la Svizzera ha condannato le violenze commesse da Israele. Tuttavia, la Confederazione si è astenuta da una condanna emessa dal Consiglio dei diritti umani durante una sessione straordinaria perché il testo della risoluzione non era «equilibrato».

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