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SVIZZERA«I campi palestinesi ostacolano l'integrazione»

17.05.18 - 09:54
Il Consigliere federale Ignazio Cassis sostiene che sia meglio integrare i profughi di lunga data nei paesi in cui sono stati accolti
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«I campi palestinesi ostacolano l'integrazione»
Il Consigliere federale Ignazio Cassis sostiene che sia meglio integrare i profughi di lunga data nei paesi in cui sono stati accolti

BERNA - Gli aiuti dell'Agenzia dell'ONU per i rifugiati (UNRWA) ostacolano l'integrazione dei palestinesi, che ormai da anni vivono nei campi in Giordania e Libano. Lo ha affermato il consigliere federale Ignazio Cassis al termine di un viaggio nella regione.

Fintanto che i palestinesi vivranno in campi profughi, continueranno a sperare un giorno di rientrare in patria, ha detto il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) in un'intervista pubblicata da diversi quotidiani del gruppo NZZ.

Oggi ci sono 5 milioni di rifugiati palestinesi nel mondo, «è irrealistico immaginare un ritorno per tutti», ha detto Cassis. Il sostegno che l'UNRWA fornisce sul posto mantiene in vita questa speranza e di conseguenza il conflitto.

Ignazio Cassis ritiene più sensata un'integrazione dei profughi di lunga data nei paesi dove sono stati accolti. Invece di sostenere le scuole e gli ospedali dell'UNRWA, la Svizzera potrebbe aiutare le istituzioni giordane a promuovere l'integrazione. L'assemblea generale dell'ONU dovrebbe dibattere di questa proposta.

Il Consiglio federale non intende comunque ridurre in maniera drastica o interrompere gli aiuti all'UNRWA. Se tutti i paesi ritirassero i contributi all'agenzia dell'ONU, il sistema, che contribuisce a una certa stabilità, crollerebbe. La comunità internazionale non si può permettere manifestazioni di collera dei palestinesi.

L'UNRWA è stata fondata nel 1949 e sostiene 5 milioni di profughi palestinesi nei territori, in Siria, Giordania e Libano. La Svizzera ha previsto per quest'anno un contributo di 21,2 milioni di franchi.

Gli Stati Uniti hanno ridotto il loro contributo da 360 a 60 milioni di dollari, mettendo in difficoltà l'UNRWA. Altri paesi hanno seguito l'esempio.

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