È il pensiero del partito ecologista ginevrino, che contro la legge approvata settimana scorsa ha inoltrato un ricorso per violazione delle libertà individuali
GINEVRA - La legge sulla laicità approvata la scorsa settimana dal Gran Consiglio ginevrino sarà esaminata dalla giustizia: il partito ecologista ha annunciato oggi un ricorso per violazione della Costituzione e dei diritti fondamentali.
Il ricorso sarà presentato la settimana prossima alla Camera costituzionale della Corte di giustizia, ha indicato oggi il presidente dei Verdi Nicolas Walde. Criticata è particolarmente la disposizione che vieta alle persone elette di portare segni religiosi ostentatori.
Questo articolo - la cui introduzione è stata voluta dalla maggioranza di destra del legislativo cantonale - è contrario alle libertà individuali e al principio di non discriminazione garantiti dalla Costituzione, affermano i Verdi in un comunicato.
Le persone elette dal popolo - rilevano - devono potersi vestire come lo desiderano ed esprimere o no le loro appartenenze specifiche, comprese quelle culturali e religiose.
La legge e l'articolo in questione suscitano confusione e incitano all'odio, mentre riguardano attualmente una sola esponente politica, una consigliera comunale verde di Meyrin (GE), che porta il velo «da diversi anni senza che ciò disturbi o provochi dibattiti in seno al consiglio comunale in questione», sottolinea il comunicato.
Contro la nuova legge potrebbe pure essere promosso un referendum, riferiscono la RTS e il giornale Le Courrier. L'estrema sinistra sta valutandone la possibilità con gli altri partiti, compreso il partito ecologista, il cui comitato direttore si pronuncerà al riguardo lunedì sera.