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BELGIO/SVIZZERASchneider-Ammann a Bruxelles per parlare di dazi statunitensi, acciaio e equivalenza delle borse

23.04.18 - 12:39
Il ministro dell'economia ha esposto gli sforzi intrapresi dalla Svizzera al fine di trovare una soluzione per i produttori di acciaio e di alluminio elvetici
Keystone
Schneider-Ammann a Bruxelles per parlare di dazi statunitensi, acciaio e equivalenza delle borse
Il ministro dell'economia ha esposto gli sforzi intrapresi dalla Svizzera al fine di trovare una soluzione per i produttori di acciaio e di alluminio elvetici

BRUXELLES - I dazi USA su acciaio e alluminio, e la questione dell'equivalenza delle borse tra Svizzera e Unione europea, come pure lo stato dei negoziati commerciali UE-Mercosur e UE-Messico, sono stati i temi al centro di un incontro avvenuto oggi a Bruxelles tra il ministro elvetico dell'economia Johann Schneider-Ammann e la commissaria europea per il commercio Cecilia Malmström.

Un incontro sollecitato da Berna, ha precisato al termine del colloquio Schneider-Ammann, che ha esposto alla commissaria gli sforzi intrapresi dalla Svizzera al fine di trovare una soluzione per i produttori di acciaio e di alluminio elvetici dopo l'annuncio, da parte di Washington, di voler imporre dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio.

Il consigliere federale ha riferito in particolare alla commissaria i risultati del colloquio avuto il 20 aprile con il segretario americano del commercio Wilbur Ross nella capitale americana, informa una nota diramata a Berna dal Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR).

Schneider-Ammann ha inoltre «dato voce all'inquietudine della Svizzera di fronte all'aumento delle misure protezionistiche nel commercio mondiale». Visti il forte aumento delle importazioni di prodotti in acciaio negli ultimi anni, le sovraccapacità produttive globali e il ricorso sempre più frequente a misure protezionistiche, l'UE ha aperto lo scorso 26 marzo un'inchiesta di salvaguardia relativa all'importazione di prodotti in acciaio, rammenta il DEFR. In seguito Bruxelles deciderà se adottare misure di salvaguardia sotto forma di limitazioni all'importazione (dazi o contingenti).

Schneider-Ammann ha sottolineato che queste eventuali misure di salvaguardia non dovranno limitare il commercio tra Svizzera e UE né compromettere i reciproci impegni assunti dalle due parti nel loro accordo di libero scambio. Il consigliere federale non ha ottenuto alcuna garanzia d'impegno certo, ma la commissaria europea ha mostrato «grande comprensione» per la Svizzera: «Ha chiaramente detto che lo scopo dell'UE non è di crearci ostacoli né di intralciare il commercio».

Le due parti si sono dette soddisfatte dell'evoluzione positiva delle relazioni bilaterali e della volontà condivisa di risolvere le questioni ancora in sospeso.

Una di queste è l'equivalenza delle borse tra la Svizzera e l'UE, «un tema che ci tiene con il fiato sospeso», ha detto Schneider-Ammann. Egli ha ribadito alla commissaria Malmström che il riconoscimento solo a tempo determinato, sino alla fine del 2018, di tale equivalenza costituisce una discriminazione della Svizzera rispetto ad altri partner dell’UE. Berna auspica di ottenere un riconoscimento illimitato entro la metà di quest'anno.

Né lui né la signora Malmström sono responsabili di questo dossier, ma il problema va assolutamente risolto: «Più in fretta sarà meglio sarà per noi», ha affermato. Il riconoscimento dell'equivalenza delle borse è essenziale affinché le banche e gli investitori europei possano mantenere l'accesso alla Borsa svizzera e continuare ad acquistare e vendere titoli, elvetici o esteri, quotati in Svizzera.

Sono state discusse infine le relazioni di libero scambio con Stati terzi e in particolare lo stato dei negoziati che Svizzera e Unione europea stanno conducendo con i Paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) e quelli attualmente in corso tra UE e Messico.

Per evitare che gli esportatori svizzeri risultino penalizzati rispetto ai loro concorrenti europei, la Svizzera è «fortemente interessata a disciplinare gli scambi commerciali in maniera per quanto possibile analoga a come farà l’UE», scrive il DEFR.

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