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BERNA / GIURAAutonomisti giurassiani scrivono a Sommaruga

12.04.18 - 12:20
I cittadini di Belprahon avevano scelto di restare nel canton Berna il 17 settembre scorso, ma il clima nel comune resta teso
Keystone
Autonomisti giurassiani scrivono a Sommaruga
I cittadini di Belprahon avevano scelto di restare nel canton Berna il 17 settembre scorso, ma il clima nel comune resta teso

BELPRAHON - La Confederazione è sempre più sollecitata a intervenire nella "Questione giurassiana". Dopo le autorità di Moutier (BE) e gli ambienti antiseparatisti, sono ora gli autonomisti di Belprahon (BE) a rivolgersi alla consigliera federale Simonetta Sommaruga.

I cittadini di questo comune hanno scelto il 17 settembre 2017, con sette voti di scarto, di restare nel canton Berna e di non seguire la vicina Moutier, i cui abitanti hanno invece deciso di passare al Giura. Due ricorsi riguardo al voto di Belprahon sono stati depositati dal campo autonomista: uno è stato scartato dalla Prefettura del Giura bernese, mentre l'altro deve ancora essere trattato.

Esprimendo la propria inquietudine per il clima teso venutosi a creare, il comitato "Belprahon dit oui", in una lettera resa pubblica oggi, chiede alla ministra di non focalizzarsi unicamente sul caso di Moutier, bensì di prendere in considerazione anche la situazione "altamente problematica" di questo comune. Sommaruga aveva annunciato a fine marzo la convocazione prima dell'estate di una conferenza tripartita sul tema, con la partecipazione della Confederazione nonché dei due governi cantonali implicati.

«Una grande incomprensione» e «una collera legittima alimentano il dibattito pubblico nella regione», scrivono gli autori della missiva, ricordando che Belprahon si è pronunciato sull'appartenenza cantonale quando la sorte di Moutier, a causa dei ricorsi, non era ancora conosciuta.

Gli antiseparatisti, favorevoli a mantenere Moutier nel canton Berna, avevano a loro volta interpellato il governo lo scorso 6 aprile. In quell'occasione, si erano rivolti a Sommaruga esprimendo dubbi sulla credibilità dello scrutinio e giudicando "inevitabile" un annullamento dell'esito delle urne.

Il 29 marzo, la consigliera federale era stata chiamata in causa pure dall'esecutivo a maggioranza autonomista di Moutier, che domandava alla responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) un intervento per riportare ordine in un contesto fortemente deteriorato dopo il voto pro Giura del 18 giugno 2017.

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