«Si tratta di trasporre la direttiva Ue nel modo più pragmatico possibile a tutela delle tradizioni svizzere in materia di tiro»
BERNA - La partecipazione della Svizzera a Schengen non va messa a repentaglio. Con questa motivazione, la Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale (CPS-N) ha deciso di trattare (15 voti a 9) il progetto governativo volto ad inasprire l'acquisto e il possesso di armi semiautomatiche come chiede una direttiva Ue in materia.
No quindi (15 voti a 9) a un rinvio che avrebbe incaricato il Governo di stralciare dal progetto tutte le limitazioni che vanno oltre quanto richiesto dalla direttiva UE sulle armi, nonché tutte le disposizioni che in un modo o nell'altro compromettono le tradizioni svizzere in materia di tiro, precisa una nota odierna dei servizi parlamentari.
Non ha trovato grazia agli occhi della maggioranza della commissione nemmeno la proposta di sospendere la trattazione del dossier «fintanto che la Corte di giustizia dell'Unione europea non si sia pronunciata sul fondamento legale della direttiva sulle armi».
Secondo la CPS-N, che tratterà nei particolari la revisione della legge sulle armi in un secondo tempo, si tratta di trasporre la direttiva Ue «nel modo più pragmatico possibile a tutela delle tradizioni svizzere in materia di tiro». Inoltre, col referendum facoltativo il popolo avrà la possibilità di pronunciarsi sul progetto. Ricordiamo che la Svizzera dovrà inglobare nel proprio diritto le nuove regole europee entro il 31 maggio 2019.
In base al progetto del Consiglio federale presentato il 2 marzo scorso, una volta prosciolti dall'obbligo di prestare servizio militare, i cittadini potranno ancora tenere l'arma dell'esercito col relativo caricatore da venti cartucce e continuare a utilizzarla per il tiro sportivo.
Tuttavia, sarà necessario dimostrare di essere membri di una società di tiro e di esercitarlo con regolarità. Inoltre si sarà tenuti a fornire nuovamente l'una o l'altra prova a distanza di cinque o dieci anni.
I Cantoni avranno inoltre tempo tre anni affinché gli attuali detentori di armi si facciano confermare il legittimo possesso presso gli uffici preposti. Tale conferma sarà necessaria soltanto se l'arma non risulta già iscritta in un registro o non è stata ceduta in proprietà direttamente dall'esercito al termine degli obblighi militari.
Anche i collezionisti e i musei potranno acquisire armi, a condizione di aver adottato tutte le misure necessarie per custodirle in sicurezza e di tenere un elenco delle armi che necessitano di un'autorizzazione eccezionale.
La nuova disposizione non si applica però ai cacciatori. Per praticare la loro attività prediletta essi non si servono infatti di armi semiautomatiche, ma utilizzano le classiche armi da caccia.