Nessun sbilanciamento in merito al possibile diverso approccio sulla questione della fiscalità dei frontalieri
BERNA - «In quanto svizzeri, bisogna parlare in italiano con l'Italia». Lo ha affermato il consigliere federale Ignazio Cassis rispondendo, per iscritto, a un domanda di Fabio Regazzi (PPD/TI) che chiedeva se il governo intendesse privilegiare negoziatori che si esprimono nella lingua di Dante.
Cassis ha anche sostenuto che già oggi «molto spesso» i contatti con la controparte italiana avvengono in italiano e che in futuro ciò «migliorerà ulteriormente».
In merito al possibile diverso approccio nella questione della fiscalità dei frontalieri che il futuro nuovo governo italiano adotterà, Cassis si è limitato a dire che «qualsiasi previsione sulle ripercussioni sui dossier bilaterali attualmente aperti, e in particolare sulla questione della firma dell'Accordo sull'imposizione dei lavoratori frontalieri, è prematura».