Lorenzo Quadri interpella il Governo in merito allo studio sui costi che comporterebbe un’uscita da Schengen per la Svizzera: «Studio oggettivo o operazione di propaganda?»
BERNA - La scorsa settimana sono stati resi noti i risultati dello studio Ecoplan commissionato dal Consiglio federale in adempimento ad un postulato PS. Secondo questo documento, un’uscita della Svizzera da Schengen comporterebbe costi di 10 miliardi di franchi.
Per Lorenzo Quadri però si tratta di uno studio «parziale» e «poco oggettivo» e «di propaganda», visto che non tiene conto di quanto sono costati alla Svizzera gli accordi di Schengen, che si sono “arricchiti” di circa 200 sviluppi rispetto allo stato del 2005, quando si tenne la votazione popolare sul tema.
«Si stima che nel 2010 i costi degli accordi fossero già lievitati a 185 milioni di Fr all’anno contro gli 8 milioni indicati prima della votazione, ovvero oltre 23 volte di più», sostiene il consigliere nazionale leghista, che critica pure l’«erosione della sovranità nazionale» causati da questi accordi.
Per Quadri dunque, «un’analisi credibile sull’uscita del nostro paese da Schengen non può prescindere da un’indicazione chiara dei costi che questi accordi comportano oggi per il nostro Paese, in termini economici ma anche di perdita di sovranità e di sicurezza (impossibilità di effettuare controlli sistematici alle frontiere)».
Le domande poste al Consiglio federale: