La Commissione Ue ha ricevuto una lettera nella quale si critica la decisione di limitare a un anno l’equivalenza della borsa
BERNA - Undici paesi dell'Unione europea criticano la decisione della Commissione Ue di concedere solo per un anno alla piazza finanziaria svizzera l'equivalenza con le norme Ue.
La presa di posizione è contenuta in una lettera - pubblicata dalla SRF - firmata, tra gli altri, dal Ministero delle finanze di Germania, Olanda e Lussemburgo. Ma anche dal Dipartimento del tesoro del Regno Unito, i direttori di Lettonia, Estonia, Ungheria, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca e Austria.
Il 22 novembre 2017 l’equivalenza con le norme Ue era stata assegnata alla Svizzera senza limitazioni. Ma la Commissione era tornata sui suoi passi dopo la visita di Juncker a Berna. «Non ci siamo opposti allora a questo modo di procedere - si legge nella lettera firmata dagli undici - perché era necessario che le misure di equivalenza entrassero in vigore per il 3 gennaio 2018, ma continueremo ad avere per obiettivo un riconoscimento illimitato dell’equivalenza legale e del quadro di supervisione applicabile alla borsa svizzera».
Doris Leuthard si era espressa sulla decisione della Commissione Ue definendola «chiaramente discriminante».