Il consigliere nazionale ticinese non è però soddisfatto delle risposte ottenute e si dice preoccupato per la sicurezza interna del nostro Paese
BERNA - Le guardie di confine si concentrano molto sul controllo dei treni, agendo sulla base del calcolo dei rischi. È questa in sintesi la risposta data oggi dal governo a Marco Romano (PPD/TI) in occasione della tradizionale ora delle domande. Il consigliere nazionale si preoccupava in particolare del fatto che i convogli diventassero "porte aperte" per i migranti.
Il Consiglio federale ha sottolineato che il Corpo delle guardie di confine osserva da vicino la situazione dei treni. Delle oltre 23'800 presenze illegali scoperte fra il gennaio e l'ottobre di quest'anno, 16'800 persone hanno viaggiato in treno.
I controlli vengono effettuati basandosi sul calcolo dei rischi e variano a livello regionale, ha continuato l'esecutivo. Nel sud del Ticino la quota di convogli controllati si attesta, a dipendenza del periodo, fra il 30% e il 60%. A Briga (VS) la percentuale scende, poiché ci si concentra su specifici treni a rischio.
Il deputato ticinese ha dichiarato all'ats di essere poco soddisfatto e preoccupato della risposta del governo, considerando il fatto che dai dati si evince che il 70% delle entrate illegali avviene per treno e ne vengono comunque controllati solo uno su due. Romano ha evidenziato che tutto ciò va a discapito della sicurezza interna ed espone i migranti al rischio di illegalità, poiché non si sa dove queste persone andranno a finire.