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SVIZZERAScambio automatico con 41 nuovi Stati: c'è anche l'Arabia Saudita

05.12.17 - 10:42
Il Consiglio degli Stati ha approvato oggi all'unanimità i decreti federali sugli scambi d'informazioni per il 2018/19. Il Nazionale aveva invece rifiutato quelli con la nazione araba
Scambio automatico con 41 nuovi Stati: c'è anche l'Arabia Saudita
Il Consiglio degli Stati ha approvato oggi all'unanimità i decreti federali sugli scambi d'informazioni per il 2018/19. Il Nazionale aveva invece rifiutato quelli con la nazione araba

BERNA - Il Consiglio degli Stati ha approvato oggi all'unanimità i decreti federali che introducono lo scambio automatico di informazioni relativo a conti finanziari con 41 Stati partner a partire dal 2018/2019, compreso quello relativo all'Arabia Saudita, che era stato respinto dal Nazionale. La Camera del popolo dovrà occuparsi delle divergenze.

Le basi giuridiche necessarie per l'introduzione dello scambio automatico di informazioni sono entrate in vigore in Svizzera il primo gennaio di quest'anno.

Il progetto in questione è quindi un ampliamento e comprende Stati e territori firmatari dell'Accordo sullo scambio automatico di informazioni (SAI), fra i quali Paesi del G20 (come Argentina, Brasile, Cina e Russia), membri dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE, come Cile e Israele), Importanti partner economici quali Liechtenstein e Emirati Arabi Uniti, altri Stati europei (tra i quali Andorra e San Marino) e grandi piazze finanziarie strategiche di settore o regionali come Costa Rica, Isole Cayman e Uruguay.

Il Nazionale aveva rifiutato gli scambi con l'Arabia Saudita e aveva rinviato al Consiglio federale l'accordo con la Nuova Zelanda, allo scopo di meglio proteggere i pensionati elvetici che vivono in questo Paese. Martin Schmid (PLR/GR), a nome della commissione, ha invitato con successo i "senatori" ad approvare entrambi i progetti.

In particolare nel caso della Nuova Zelanda, una questione pensionistica non giustifica la decisione di non autorizzare lo scambio automatico di informazioni. I dati saranno infatti forniti a fini fiscali e non per motivi legati alla sicurezza sociale e non si tratta di una problematica pertinente al tema trattato. Il ticinese Filippo Lombardi (PPD) ha inizialmente tentato di far adottare la versione della Camera del popolo, in modo da eliminare le discriminazioni dei cittadini elvetici che vivono in Nuova Zelanda, ma ha poi rinunciato soddisfatto dalle garanzie del governo.

Nel caso dell'Arabia Saudita, si è sottolineata l'importanza di questo Stato come partner commerciale, con il quale la Confederazione intrattiene buoni rapporti. Se fosse l'unico Paese ad essere escluso dagli accordi in questione, queste relazioni potrebbero venire compromesse.

Diversamente dal Nazionale, gli Stati hanno inoltre stralciato il passo secondo cui occorre ottenere livelli soddisfacenti in materia di impedimento della corruzione. Secondo la commissione si tratta di una modifica puramente formale, poiché la lotta alla corruzione è già inclusa in altri punti del testo e non va ulteriormente specificata.

Il consigliere federale Ueli Maurer, parlando in generale, ha sottolineando il pericolo di seguire ciecamente i dettami di organizzazioni sovranazionali, in particolare riguardo ad argomenti che fino a pochi anni fa la Confederazione non avrebbe nemmeno preso in considerazione.

Tuttavia, ha spiegato che lo scambio automatico consente alla Svizzera di adempiere agli impegni internazionali contratti nel 2014. Inoltre, si tratta di una mossa in linea con la strategia del governo, volta ad attuare gli standard internazionali per rafforzare la reputazione e l'integrità della piazza finanziaria elvetica nonché la sua competitività. «In questo caso non ci sarebbero svantaggi concorrenziali, poiché tutte le realtà importanti aderiscono a questi trattati», ha detto.

I "senatori" hanno poi approvato - con 24 voti contro 17 - anche una mozione della sua Commissione dell'economia e dei tributi volta a migliorare l'effettiva protezione giuridica individuale, in modo da impedire uno scambio di informazioni nel singolo caso se è provata la plausibilità che sono stati violati beni giuridici fondamentali.

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