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BERNAPrevidenza vecchiaia: nuove priorità per l'unione sindacale

03.11.17 - 10:59
Secondo l'USS, con il rifiuto popolare dello scorso 24 settembre i problemi permangono
Keystone
Previdenza vecchiaia: nuove priorità per l'unione sindacale
Secondo l'USS, con il rifiuto popolare dello scorso 24 settembre i problemi permangono

BERNA - Dopo la bocciatura in votazione della previdenza vecchiaia 2020, il pensionamento della donne a 65 anni non è più d'attualità. È quanto ritiene l'Unione sindacale svizzera (USS), che oggi a Berna sottoporrà ai suoi delegati le sue proposte per il proseguimento del dibattito.

Con il rifiuto popolare dello scorso 24 settembre, i problemi permangono, rileva l'USS: l'AVS spende più di quanto incassi, le rendite del secondo pilastro hanno bisogno di contributi maggiori e permangono disparità nella previdenza professionale, a danno soprattutto delle donne. È più che mai necessario, secondo l'Unione sindacale, tornare a discutere di una riforma, con nuove rivendicazioni.

No pensionamento donne a 65 anni

Per quanto riguarda l'AVS, l'USS si batte per un finanziamento solido e sostiene l'innalzamento dei contributi, come previsto nella revisione bocciata dal popolo. Chiede inoltre un aumento delle prestazioni e in particolare che si prendano in considerazione i premi di cassa malattia nell'adeguamento delle rendite.

Vista la forte resistenza popolare a un innalzamento dell'età di pensionamento delle donne, in particolare a sinistra, i sindacati rinunciano a questo obiettivo, definendolo "inopportuno". Le donne guadagnano ancora di meno e ciò giustifica il pensionamento a 64 anni.

I sindacati intendono inoltre lottare contro la tendenza di alcune professioni liberali a organizzarsi in società anonime e a farsi versare le rendite sotto forma di dividendi, piuttosto che di salari. Questo modo di agire prosciuga le casse dell'AVS e secondo l'USS è una forma di abuso.

No a utili da secondo pilastro

Per il secondo pilastro, l'USS intende lottare contro gli utili che le casse pensioni generano con le rendite degli affiliati e chiede limitazioni in particolare per le società di assicurazione vita. Esige inoltre trasparenza totale in materia di costi amministrativi.

Secondo l'Unione sindacale, i pensionati non devono far le spese dei rischi sui mercati finanziari e dell'aumento della speranza di vita. Il padronato deve assumersi le sue responsabilità, secondo l'USS.

Sostenere donne e disoccupati

I sindacati vogliono infine battersi per proteggere meglio i gruppi di persone più vulnerabili, come le donne e i disoccupati in età avanzata. Per le prime ci vogliono migliori condizioni per conciliare lavoro e famiglia, per i secondi la garanzia di ottenere una rendita dalla loro cassa pensione, piuttosto che costringerli a ritirare i loro fondi di previdenza in anticipo.

Non prima del 2019

L'USS non sia aspetta una nuova riforma prima del 2019. Il dibattito rischia di essere difficile. La tavola rotonda organizzata recentemente dal consigliere federale Alain Berset ha evidenziato discordanza su tutti gli aspetti della futura riforma. Unico aspetto condiviso è la necessità di agire in fretta.

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