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SVIZZERABlocco treni a Rastatt, serve più collaborazione

13.10.17 - 10:59
Blocco treni a Rastatt, serve più collaborazione

BERNA - Definire tratte ferroviarie alternative vincolanti con sufficienti capacità. È questa la via da percorrere per evitare il ripetersi di problemi al traffico ferroviario su scala europea come quelli generati dall'interruzione della linea nella Valle del Reno tedesca a nord di Basilea, secondo Paesi Bassi, Belgio, Germania, Italia e Svizzera, che hanno riflettuto a una strategia per far fronte ad eventuali futuri eventi analoghi.

Prima della chiusura forzata, sulla linea transitavano circa 130 treni passeggeri e 200 treni merci al giorno. Durante l'interruzione, causata dal cedimento del terreno legata ai lavori ad una galleria a Rastatt (D), gli operatori del settore hanno potuto organizzare il transito su itinerari sostitutivi di 84 treni in media al giorno. A partire dal 2 ottobre la linea è nuovamente transitabile e nel frattempo si è raggiunto l'apice di 180 transiti giornalieri.

La linea della Valle del Reno fra Baden-Baden (D) e Rastatt è un asse nevralgico tra il nord e il sud dell'Europa, soprattutto per il traffico merci. Per le FFS i costi logistici dell'interruzione, iniziata il 12 agosto, «sono stati enormi», con perdite di guadagno «dell'ordine di milioni», aveva indicato l'ex regia federale lo scorso 2 ottobre.

Non è solo la Confederazione ad aver dovuto fare i conti con i disagi. I rappresentanti dei ministeri dei trasporti di Paesi Bassi, Belgio, Germania, Italia e Svizzera in seno al cosiddetto "Comitato esecutivo del corridoio per il traffico merci Reno-Alpi" si sono dunque riuniti per analizzare quanto avvenuto e proporre soluzioni in caso di problemi analoghi, indica l'Ufficio federale dei trasporti (UFT) in una nota diramata oggi.

Nella riunione straordinaria, tenuta a Gallarate (provincia di Varese), sono «emersi deficit organizzativi in sede di eliminazione del blocco della tratta e di gestione della crisi durante il blocco», scrive l'UFT. Una migliore cooperazione transnazionale avrebbe permesso di attenuare la crisi.

I partecipanti all'incontro - per la Confederazione era presente il direttore supplente dell'UFT Pierre-André Meyrat - hanno constatato che la struttura organizzativa per attuare la collaborazione tra gli Stati interessati già esiste: in futuro, in caso di problemi, si tratta di adottare misure immediate e una chiara ripartizione dei compiti. La priorità è la «definizione vincolante di tratte alternative con sufficienti capacità».

Dal punto di vista della Svizzera, in caso di futuri eventi «le esigenze del traffico merci internazionale su rotaia devono essere considerate prioritarie". Occorre assicurare in tempi rapidi sufficienti tracce alternative di qualità adeguata (ad esempio riguardo alla lunghezza dei treni merci). Inoltre "va esaminata la possibilità di dare temporaneamente la precedenza al traffico merci rispetto al traffico viaggiatori sulle tratte alternative».

Nella Confederazione la chiusura della linea ferroviaria tedesca ha avuto come ripercussione anche una crescita dei camion in transito, aumentati del 6% in agosto al San Gottardo su base annua e del 7% al San Bernardino, secondo i dati dell'Ufficio federale delle strade.

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