A dirlo è il Consiglio federale rispondendo a una mozione. Al contrario, portare la franchigia da 300 a 50 franchi aumenterebbe le code ai valichi e favorirebbe il contrabbando
BERNA - Abbassare a 50 franchi il limite che permette di acquistare all'estero beni in franchigia, attualmente fissato a 300 franchi, non aiuterebbe l'economia elvetica. Lo sostiene il Consiglio federale nella sua risposta a una mozione presentata dal consigliere agli Stati Werner Hösli (UDC/GL). Anzi: aumenterebbero le code ai valichi e bisognerebbe fare i conti con una crescita del contrabbando.
Secondo Hösli, il crescente turismo degli acquisti «danneggia in modo considerevole l'economia svizzera, in particolare il commercio al dettaglio, e mette in pericolo molti posti di lavoro». Per questo motivo il senatore glaronese chiede di abbassare a 50 franchi al giorno il valore delle merci importate in esenzione dall'IVA, tra cui figurano anche derrate alimentari, i tabacchi manufatti, le bevande alcoliche e i lavori di riparazione e manutenzione fatti eseguire all'estero sul proprio veicolo.
Nella sua risposta, il governo rileva che da diversi studi e rapporti condotti negli ultimi anni emerge che «il motivo del fiorente turismo degli acquisti non è da ricondursi all'importo del limite di franchigia secondo il valore, bensì al franco forte, alle differenze di prezzo con l'estero e agli orari d'apertura dei negozi in parte più attrattivi».
Secondo il consiglio federale, abbassare il limite di franchigia «non dissuaderebbe le persone domiciliate in Svizzera dal fare acquisti nei Paesi limitrofi». La misura provocherebbe infatti un aumento dell'IVA (aliquota normale dell'8,0 %) compreso tra i 6,25 e i 20 franchi rispetto ad ora, ovvero poca cosa.
Inoltre l'abbassamento del limite di franchigia provocherebbe un sensibile aumento delle imposizioni doganali di piccola entità nel traffico turistico, gestibili unicamente con un dispendio sproporzionato per l'Amministrazione federale delle dogane e i cittadini, con conseguenti costi elevati.
Si aggraverebbe anche la situazione a livello di traffico, con un aumento degli ingorghi presso gli uffici doganali di confine.