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BERNAInternamento per chi commette atti sessuali con persone prive di discernimento

19.08.16 - 17:22
Figli, no al diritto di ridurre il tempo di lavoro
Internamento per chi commette atti sessuali con persone prive di discernimento
Figli, no al diritto di ridurre il tempo di lavoro

BERNA - Alla nascita di un figlio, il lavoratore non dovrebbe avere il diritto di ridurre il proprio tempo di lavoro per accudirlo. Ne è convinta la Commissione degli affari giuridici del Nazionale (CAG-N) che ha respinto un'iniziativa parlamentare di Nadine Massahardt (PS/BE) con un solo voto di scarto (12 a 11 e un'astensione).

La consigliera nazionale chiedeva una modifica del Codice delle obbligazioni (CO) affinché i lavoratori, specie uomini, potessero chiedere una riduzione del tempo di lavoro fino al massimo del 20% per poter accudire la prole.

Tale modifica avrebbe equiparato i lavoratori del privato ai dipendenti della Confederazione, indica una nota odierna dei servizi parlamentari.

La maggioranza della Commissione, prosegue la nota, ha sottolineato che, per rimanere concorrenziali, le imprese devono già oggi offrire soluzioni flessibili per permettere ai propri dipendenti di conciliare lavoro e famiglia.

Essa giudica che inserire nel CO un diritto alla riduzione del grado occupazionale sia un'inutile ingerenza in un diritto del lavoro che si vuole liberale.

La minoranza crede invece che la possibilità di ridurre l'orario lavorativo, in particolare anche per i padri, sia un aspetto fondamentale dal punto di vista della parità tra i sessi ma anche alla luce della carenza di manodopera specializzata. L'iniziativa fornisce uno strumento concreto per esaudire il diffuso desiderio dei padri di poter lavorare a tempo parziale e, di riflesso, per promuovere anche la permanenza delle donne nel mondo del lavoro.

Internamento - In futuro, chi viene condannato per atti sessuali commessi su persone incapaci di discernimento o inette a resistere (art. 191 del Codice penale) potrebbe rischiare l'internamento a vita. È quanto chiede un'iniziativa parlamentare di Céline Amaudruz (UDC/GE) approvata per 12 voti a 10 e 2 astensioni dalla Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale (CAG-N).

Attualmente, l'internamento a vita è previsto per reati quali assassinio, omicidio intenzionale, lesione personale grave, rapina, violenza carnale, coazione sessuale, sequestro di persona o rapimento, presa d'ostaggio, tratta di esseri umani, genocidio, crimine contro l'umanità o crimine di guerra.

Tale misura può venir ordinata dal giudice se è altamente probabile che l'autore commetta di nuovo uno di questi crimini, oppure il condannato è considerato durevolmente refrattario alla terapia, poiché il trattamento non ha prospettive di successo a lungo termine.

Sempre nel corso della sua seduta, indica una nota odierna dei servizi parlamentari, la CAG-N ha ribadito il proprio appoggio (12 voti a 9 e una astensione) all'iniziativa parlamentare di Nathalie Rickli (UDC/ZH) che chiede condizioni più restrittive per la liberazione condizionale delle persone che sono in internamento. Secondo l'iniziativa esse possono essere liberate condizionalmente unicamente se è "praticamente certo" che supereranno con successo il periodo di prova in libertà.
 
 


 
 

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