Il testo intende situare la Costituzione federale al di sopra del diritto internazionale. «Un rischio per i diritti umani», avvisano gli oppositori
BERNA - L'Unione democratica di centro (UDC) mobilita tutto il suo staff dirigenziale e riparte all'attacco dell'UE: ha consegnato oggi alla Cancelleria federale la sua iniziativa "Il diritto svizzero anziché giudici stranieri (Iniziativa per l'autodeterminazione)", ma gli oppositori già si coalizzano e parlano di rischio per i diritti umani.
Il testo, corredato di 116'709 firme, permetterà di mettere in pratica le decisioni di popolo e Cantoni che "i politici rifiutano di applicare invocando il diritto internazionale". A titolo di esempio il partito di Christoph Blocher, in una conferenza stampa a Berna prima della consegna delle firme, ha citato le iniziative sull'immigrazione di massa, quella sull'espulsione degli stranieri criminali, o l'articolo sulla protezione delle Alpi.
In sostanza, l'autodeterminazione legislativa nel nostro Paese è costantemente minacciata e i colpevoli sono il Parlamento, il governo, l'Amministrazione, la giustizia e i professori di diritto i quali - ha detto il presidente UDC e consigliere nazionale Albert Rösti - hanno costituito "un'alleanza inquietante e sorniona", al solo scopo di limitare la democrazia diretta. Ma la Costituzione compete "esclusivamente a popolo e Cantoni". Ha quindi criticato il fatto che diverse sentenze del Tribunale federale attribuiscano la preminenza del diritto internazionale su quello nazionale e sul volere popolare.
"I giudici si immischiano in modo intollerabile nelle decisioni del popolo". In caso di ricorso contro l'applicazione dell'iniziativa sull'immigrazione di massa, i giudici di Losanna "daranno la priorità all'accordo sulla libera circolazione delle persone piuttosto che alla Costituzione elvetica. "Una mostruosità e una violazione evidente della separazione dei poteri", secondo Rösti. Subordinando il diritto svizzero a quello internazionale, Berna "perde la sua sovranità e verrà progressivamente integrata nell'UE senza che il popolo possa pronunciarsi". Tutto ciò non è casuale, ma corrisponde a un "strategia sistematica".
Con questa iniziativa l'UDC vuole che la Costituzione federale si situi al di sopra di altri diritti che vengono dall'estero. In caso di bisogno, la Svizzera dovrà denunciare i trattati internazionali e Berna dovrà evitare di prendere impegni che contraddicono la nostra carta fondamentale.
Secondo Blocher l'intenzione dell'attuale politica nel nostro Paese è evidente: restringere, addirittura eliminare quella democrazia diretta caratteristica tutta elvetica, "che rende i cittadini sovrani". E' in atto - a suo dire - una sorta di colpo di Stato contro la gerarchia fissata dalla Costituzione, ma con questa iniziativa si esercita la vigilanza, "in maniera che la Costituzione ritrovi il suo posto quale fonte suprema del diritto della Confederazione.
Il consigliere di Stato vallesano Oskar Freysinger si è rifatto alla Rivoluzione francese, che molti politici europei considerano un punto di riferimento fondamentale. Ebbene - ha affermato - nella Dichiarazione dei diritti dell'uomo del 1789 si legge che l'uomo libero deve osservare solo le leggi che si è dato, direttamente o indirettamente. "Sembra che le cosiddette élite europee ignorino i propri punti di riferimento", ma per gli Svizzeri la sovranità, l'autodeterminazione e la democrazia diretta "costituiscono da sempre le colonne portanti e intoccabili della vita politica". Da qualche tempo i tentativi di minare tali colonne si moltiplicano, "imponendo alla Svizzera legislazioni straniere (USA, UE, ecc.); è quindi indispensabile ristabilire la priorità del diritto svizzero su quello estero".
A fronte delle critiche di chi dice che l'iniziativa è un attacco ai diritti umani, l'UDC replica che i diritti "imperativi" quali il divieto di tortura, di genocidio, di violenza, ecc. saranno garantiti. In ogni caso, la legislazione svizzera contiene già questo tipo di protezioni.